Da Igea Marina a Santo Domingo: Savio Vasini vende semi ai tropici e promuove la piadina

«Vivo a Santo Domingo ma il vero paradiso è la Romagna». Ne è certo Savio Vasini, oggi 67enne, che si è trasferito nel 2008. A Igea Marina era rappresentante di prodotti di cancelleria per uffici ma, una volta sbarcato nella capitale della Repubblica dominicana, ha deciso di voltare pagina. All’inizio ha aperto un ristorante romagnolo, ribattezzato “Borbone”, un’avventura da un centinaio di coperti durata sette anni, sino a un mese prima della pandemia quando ha ceduto la sua quota ai soci per dedicarsi all’import e alla vendita di semi per grandi agricoltori e bustine per hobbysti. Ora vanta una linea, tutta sua, la “Savio Field”.

Saudade di casa

Una curiosità? Per Ferragosto organizza con l’associazione di cui fa parte stand della piadina patrocinati dalla Regione Emilia-Romagna. «Sono partito attirato dal clima e dalla possibilità di dedicarmi alla barca a vela tutto l’anno - racconta - ma la nostalgia del mio unico nipotino mi sta convincendo a un ritorno in Romagna». A fare la differenza a Santo Domingo è una burocrazia molto più snella di quella italiana visto che per aprire un’attività «basta prendere in affitto uno spazio e attrezzarlo». Pochi timbri, quindi, e grande libertà. Qualche pecca però c’è: sanità e istruzione funzionano «solo se a pagamento e un anno scolastico in una scuola privata costa da 20mila ai 25mila dollari. Lascia a desiderare anche la viabilità per i tempi biblici necessari a costruire nuove infrastrutture». Il costo della vita poi è aumentato, negli ultimi dieci anni, «in modo esponenziale segnando un +40%, al punto - spiega - che un ristorante dominicano risulta più caro di un ristorante italiano, seppur a fronte di prodotti di minor qualità». A rimanere inalterato, invece, è il paesaggio degno di una cartolina tra palme che svettano contro il cielo e acque trasparenti. Una terra che, a suo parere, ha una ricchezza potenziale «da Svizzera dei Caraibi ma che andrebbe gestita in modo più lungimirante dato che solo il 20% degli abitanti naviga nella ricchezza». Difficile anche trovare dipendenti adeguati «per mancanza di puntualità e di formazione». Il suo consiglio per i viaggiatori? «Evitare villaggi turistici e resort: meglio puntare sugli Airbnb, ne esistono per tutte le tasche, e aiutano a riscoprire il lato più selvaggio e autentico del luogo». Da esplorare infine la città vecchia, quella zona coloniale che, ancora in via di riqualificazione e tutelata dall’Unesco, vanta monumenti di epoca rinascimentale.

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