Bellaria, Tonino Bernardini: “Io partito da zero con una macelleria, ora ho 200 dipendenti e sono la mia seconda famiglia””

«I dipendenti sono la mia seconda famiglia». Il premio Panzini 2024 incorona l’imprenditore Tonino Bernardini. Si è aggiudicato ieri sera a Bellaria, in un Palacongressi gremito, il premio che da undici anni onora chi si è distinto nel dare lustro alla città di Bellaria Igea Marina. Sul palco a premiarlo il sindaco Filippo Giorgetti e l’attore, regista e sceneggiatore di fama internazionale, Sergio Rubini. Ha centuplicato i dipendenti, da quando rilevò una piccola macelleria nel 1967, ma anche triplicato le aziende poi radunate sotto la società “Igea carni” dal 1977, a fronte di 5mila prodotti a disposizione per 3mila clienti annuali. Nato 78 anni fa a Santarcangelo, Bernardini è diventato igeano doc nel 1971, convolando a nozze con Marisa Boghetta, ancor oggi dietro al banco della gastronomia, con il suo sorriso e l’immancabile cappellino ricamato all’uncinetto. Per celebrare il talento imprenditoriale di uno dei cittadini più illustri, il Palacongressi si è colorato di una festa tutta romagnola: dal coro bianco che intonava “Romagna mia” ai ballerini che volteggiavano mano nella mano, tra ciclamini rossi, in un gioco di luci alla Sanremo.
Bernardini, com’è cominciata l’avventura?
«Con tasche vuote e grande entusiasmo. Devo ringraziare mio padre che mi ha sostenuto, fornendo le garanzie necessarie alle banche. Era il 24 marzo del 1967 quando ho terminato il servizio militare e l’indomani ero già in macelleria con mia sorella appena 14enne al fianco. Trasferito più volte, il nucleo dell’attività sorgeva a Igea Marina all’ombra dell’hotel K2. Nel 1974 abbiamo inaugurato il primo magazzino all’ingrosso, che oggi ospita Casa Bernardini, un supermercato che ha per fiore all’occhiello la macelleria. Spazi a cui si aggiungono la pescheria con vinoteca “Il blu di Igea” e il punto adiacente, dedicato alla vendita all’ingrosso. Ho aperto con mio fratello la società che oggi porto avanti con mia moglie e i nostri due figli, Andrea e Luca. Un’impresa che d’estate diventa una famiglia con 200 dipendenti e che nell’inverno si assesta a quota 130. Nessun dubbio sulla parola d’ordine che è qualità. Un obiettivo, questo, che non è mai cambiato in quasi 60 anni di lavoro, con un diktat che vale soprattutto per la gastronomia, dove chi è disposto a spendere, pretende il meglio».
Come si declina la sua attenzione per la città?
«Sono sponsor della squadra di calcio locale e non mi tiro indietro quando ci sono iniziative di beneficenza piuttosto che le classiche feste di paese».
Il periodo più difficile?
«Senza dubbio la pandemia: quando i ristoranti hanno abbassato le saracinesche, abbiamo puntato tutto sulle consegne a domicilio, con l’andirivieni continuo di cinque camion. Oltre un migliaio di famiglie in difficoltà hanno potuto contare sull’aiuto di “Igea carni” e in particolare i nostri dipendenti. Ormai gli anticipi sullo stipendio sono prassi abituale come la mia telefonata alle banche per fornire garanzie a giovani alla ricerca di un mutuo».
Qual è la sua giornata tipo?
«Sono in pensione da vent’anni ma continuo ad alzarmi alle 6.30. Vivere di rendita non fa per me, amo troppo il mio lavoro. In magazzino organizzo gli ordini e poi do il cambio ai figli, quando vanno a prendere i nipotini a scuola. Qualunque imprenditore dovrebbe mettere al primo posto la famiglia e non scordare che la seconda è costituita dal personale».
Riscontra penuria di personale?
«Si fa più fatica di un tempo perché il reddito di cittadinanza ha accartocciato molti ragazzi sul divano. Andrebbe potenziata la sinergia tra imprese e scuole professionali ma anche insegnare prima e meglio la nostra lingua agli stranieri che sbarcano in Italia e costituiscono il 10%-15% dei miei ragazzi. Credo molto nelle nuove generazioni. Ogni estate accogliamo giovani apprendisti, che rincasano dopo 6 ore e quaranta minuti ritrovandosi un gruzzoletto e un bel bagaglio di esperienze a fine stagione».
Si aspettava questo riconoscimento?
«È stata una grande sorpresa e ringrazio tutti di cuore».