Da Bellaria a Miami: «Aspetto l’uragano barricato in casa»

L’uragano Dorian si avvicina alla Florida con venti fino a 225 chilometri orari. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non è andato per il sottile: «Sarà devastante». Si prevede che si abbatterà domani. Il timore è che faccia un disastro lasciando alle spalle scenari postatomici: ha raggiunto categoria quattro, il penultimo grado di pericolosità della scala Saffir-Simpson, che misura l’intensità dei cicloni tropicali. Facile intuire perché Nico Cappelluti - astrofisico 40enne bellariese, dal 2017 docente all’università di Miami - non si nasconde: «La paura sale, l’attesa è snervante e non so cosa aspettarmi: per me è un battesimo del fuoco». Lui è tornato negli Usa, sono iniziate le lezioni a metà agosto, ma ha lasciato «moglie e figlio di due anni a Rimini, in vacanza: questo periodo è a rischio qui in Florida proprio per questo tipo di eventi in arrivo dall’Atlantico». La precauzione è servita: «È una situazione molto delicata, sono contento non ci siano i miei familiari, anche se io abito a Sud di Miami e si prevede che l’urgano colpirà verso la zona Nord, questo potrebbe essere un bene per me ma per ora sono solo indicazioni». La sua abitazione è in fascia C, quella che potrebbe essere evacuata poco prima dell’arrivo di Dorian. Però, anche su questo punto, lui e i suoi vicini non hanno ancora ricevuto disposizioni, che nel caso arriveranno «con estrema precisione ma a scaglioni, in base alle zone, per evitare intasamenti».
Le abitazioni anti distruzione
Di certo Nico si è premunito e ha «vetri anti sfondamento in una villetta monofamiliare costruita proprio per tutelarsi da eventi come questo: tutti qui hanno analoghe strutture, da sempre in Florida convivono con gli uragani e sembrano abituati». Ecco spiegato perché il panico non è dilagato, ma il clima è surreale: «C’è paura e allo stesso tempo calma, non manca addirittura chi sta organizzando gli Hurricane party, ovvero feste durante la tempesta: lo so, sembra assurdo, forse viene fatto per esorcizzare la paura». Anche se la quiete apparente nasconde comunque una tensione latente: «La corsa al cibo nei market è iniziata da giorni, le scatolette sono terminate, soprattutto sono state esaurite l’acqua in vendita e la benzina - spiega l’astrofisico -, si sono creati anche dei disordini e ci sono stati arresti proprio perché le scorte sono finite e qualche animo si è acceso».
Imbottigliati sulla strada
A prendere la via di fuga in anticipo, poi, l’astrofisico bellariese non ci ha mai pensato: «Il rischio, molto alto, è quello di restare imbottigliati sulle strade proprio mentre l’uragano passerà: decisamente sconsigliato». Non gli resterà quindi che una soluzione: «Barricarmi in casa in attesa che arrivi Dorian, però non so ancora in quale abitazione: tra le raccomandazioni della Federal emergency management agency (la Protezione civile statunitense, ndr) c’è infatti quella di non stare da soli, per questo è possibile che andrò in un appartamento, in un palazzo, assieme a dei miei alunni». I vantaggi, racconta Nico da Miami, sono dati dal fatto che «stando in alto ci sono meno detriti e poi si evitano le inondazioni e il successivo allagamento che può arrivare oltre i due metri di altezza, a causa di piogge che potrebbero andare avanti per oltre due giorni». Come se non bastassero l’attesa e le ipotesi di devastazione, il bellariese si prepara infine al post uragano, quando «mancheranno energia elettrica, acqua corrente e saremo isolati senza internet e telefoni». Un modo questo, conclude l’astrofisico, provando a sorridere, «per disintossicarci tutti dalla tecnologia: forse sarà l’unico aspetto positivo, ma di sicuro l’avrei evitato molto volentieri».

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