Ha lasciato chiacchierare, ridacchiare e parlare a voce alta i suoi giovani clienti nel cuore della notte, facendo orecchie da mercante alle lamentele dei vicini che rivendicavano il diritto di dormire in pace.
Finché il caso non è approdato alle aule di Tribunale. Ora il titolare di un forno di Bellaria dovrà sborsare 4mila euro a titolo di risarcimento danni.
Una condanna arrivata dopo la decisione del giudice di non applicare una pena di altro tipo, ritenendo di lieve entità il reato posto in essere (quello previsto dall’articolo 659 del codice penale: disturbo del riposo delle persone), ma stabilendo comunque una pena pecuniaria a titolo di ristoro.
I fatti per cui si è arrivati a condanna risalgono al 2022 e al 2023. Nei guai è finito il titolare di un forno-panificio con laboratorio e punto vendita sito del comune belligeano, ritenuto responsabile per non aver impedito che i propri clienti (prevalentemente giovani che nelle notti estive mangiavano bomboloni e brioche in strada) parlando a voce alta creassero baccano e disturbassero il sonno dei residenti, tanto da spingere uno di loro, assistito dall’avvocato Andrea Guidi, a presentare un esposto a tutela della pubblica quiete.
La contestazione al fornaio era quindi di aver prediletto il profitto della propria attività, disinteressandosi del fatto che la somministrazione dei suoi prodotti, in orario notturno e ai giovani, creava un fenomeno di aggregazione rumoroso e disturbante per il vicinato, soprattutto d’estate quando col caldo è frequente dormire con le finestre aperte.
Le indagini poi svolte dalla Polizia locale di Bellaria Igea Marina hanno permesso di documentare come la presenza dei giovani fosse dettata anche dal fatto che, a tarda notte quando il punto vendita era chiuso al pubblico, i prodotti da forno venissero comunque somministrati direttamente dal laboratorio, tanto da verificarsi la presenza di file di giovani.
Alla fine, il Tribunale, pur avendo accertato la sussistenza del reato, ha optato per la scelta meno afflittiva nei confronti del fornaio, condannandolo però al risarcimento del danno patito dal vicino che ha sporto querela. Un danno che, considerate le spese di giudizio, ammonta a circa 4mila euro.