Albergatore di Bellaria pestato dai rapinatori: muore in ospedale dopo giorni di agonia

Non ce l’ha fatta Ennio Quadrelli, il pioniere del turismo belligeano pestato a sangue durante una rapina a ridosso del ponte di Ognissanti. Dopo giorni di agonia, l’87enne si è spento ieri all’ospedale di Rimini. Ancora incredula, la comunità di Bellaria Igea Marina si è stretta attorno alla famiglia di Ennio, zio del noto medico Mauro Foschi e cognato di Aldo “Veleno” Foschi, il celebre imprenditore scomparso nel 2012 dopo aver fondato un impero, poi ridimensionato, tra colonie, cliniche e alberghi nonché locali e parco acquatico Aquabell.

Un incubo a occhi aperti

L’aggressione si era consumata alle 21.30 dell1 novembre scorso quando l’anziano stava rientrando al Majestic, il suo hotel del lungomare Panzini dove soggiornava abitualmente durante l’inverno per poi affidarlo in gestione nella bella stagione. Una serata come tante, allietata dall’incontro con parenti e amici per la festività di Ognissanti ma che purtroppo è finita nel sangue. Secondo la ricostruzione che Quadrelli stesso avrebbe fornito mentre apriva la porta dell’hotel, due balordi spuntati dal nulla gli erano piombati addosso colpendolo alla nuca con il calcio di quella pistola che gli hanno puntato addosso tutta la sera. Entrati a forza nella hall, dopo averlo scaraventato a terra, lo hanno massacrato di botte, nonostante avesse subito consegnato, senza opporre resistenza, il cellulare e i 200 euro che aveva in tasca.

Il calvario

Sordi alle sue richieste di pietà, i rapinatori hanno continuato a infierire sull’87enne intimandogli di aprire la cassaforte, di cui purtroppo non aveva la chiave finché, una volta compreso che non stava mentendo, si sono dati alla fuga lasciandolo in una pozza di sangue.

Chiamando a raccolta le poche forze rimaste, la vittima era riuscita a trascinarsi sino al telefono fisso per dare l’allarme. Le prime cure gli erano state impartite dal nipote Mauro che poi l’aveva accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Cesenatico. Stando al racconto che il malcapitato avrebbe condiviso, al suo ritorno in città, non sarebbe stato sottoposto alle lastre ma solo alle medicazioni del caso.

Nei giorni scorsi, lamentando forti dolori alla testa, l’albergatore era stato ricondotto all’ospedale dai familiari, dove si è spento tra atroci sofferenze. Gli ignoti, contro cui aveva presentato denuncia, vedono lievitare l’accusa da rapina a omicidio. Sulla scena del crimine erano giunti i carabinieri insieme a esperti in cerca di tracce e impronte lasciate dai malviventi.

Nei giorni successivi, Quadrelli aveva confidato agli amici di essere ancora molto scosso dall’accaduto. Continuavano a ronzargli in testa le minacce alternate a una promessa: «Non ti uccideremo, vogliamo solo i tuoi soldi». Parole che assumono toni beffardi in una storia sfociata in tragedia ai danni di un cittadino indifeso.

«Un altro pilastro di Igea che se ne va», hanno commentato affranti i conoscenti augurandosi che «le belve che l’hanno ammazzato finiscano presto dove meritano: in carcere».

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