Bellaria: "7 furti in 6 mesi, se succede di nuovo chiudo tutto"

«Se mi portano via ancora qualcosa, tiro giù la serranda e non la rialzo più». Nella Brunetti ha 76 anni, da 54 gestisce il suo negozio di abbigliamento in via Plauto 6/8 a Igea Marina, ma «un lavoro così», come dice lei, in un marcato accento romagnolo che dà ben risalto alla sua indignazione, «non l’avevo mai visto». «Un furto ogni tanto è sempre capitato, una maglietta, un pantaloncino ... ma mai fino a questo punto». La ragione di tanto sgomento risiede nel fatto di aver subito «sette furti in non più di sei mesi. L’ultimo - racconta - è dello scorso giovedì, mentre a gennaio era successo tre volte nella stessa settimana». La donna, tuttavia, confessa di non aver denunciato tutti gli episodi, «ma solo tre o quattro», per rassegnazione e sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. «Purtroppo - sospira - anche se denunci non cambia nulla. Sembra che non si possa fare niente per fermare questi delinquenti. Io, però, sono veramente esasperata, e non posso continuare a spendere soldi per ricomprare la merce che mi rubano».

Decine di migliaia di euro

La quantificazione dei danni fatta insieme al commercialista delinea infatti perdite ingenti, da «almeno 30mila euro, - spiega la donna - visto che mi sono riusciti a portare via scatoloni e scatoloni di cose, con abiti, costumi, borse e tutti gli accessori da mare che insieme rappresentano cifre importanti. È un vero disastro: non è economicamente sostenibile continuare così». Oltre ai danni legati alla sottrazione di articoli di abbigliamento destinati alla vendita, Nella ricorda che i furti si lasciano come strascico i vetri infranti e gli squarci nella veranda, «tutte le volte - sottolinea - da far rifare».

La rassegnazione

Disperata, la commerciante 76enne afferma di non sapere davvero più che pesci pigliare per fare fronte al problema. «I carabinieri, dopo essere stati avvertiti o dopo le denunce, rispondono mandando una pattuglia, ma purtroppo questo non è sufficiente a fermare questi malviventi che evidentemente credono di avere campo libero». «Le telecamere? - si chiede la donna -. Le telecamere non servono a nulla, perché chi tra i miei colleghi le ha montate e ha subito comunque furti conferma che per i ladri è sufficiente indossare un cappuccio e non sono più identificabili». A questo punto, se la situazione continuasse a protrarsi, per la commerciante si profila un’unica soluzione all’orizzonte. «Mi sento abbandonata. Se vengono ancora un’altra volta i ladri chiudo il negozio».

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