Bassa Romagna, tanti eventi per la Festa delle donne

Sarà un libro a omaggiare nel migliore dei modi le donne nel giorno della loro festa, l’8marzo. Quest’anno infatti l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha patrocinato la pubblicazione di “Strade al femminile. Le donne nella toponomastica dei Comuni della Bassa Romagna”, realizzato da Bruna Bertini con il supporto dell’associazione “Storia e memoria della Bassa Romagna”.

Il volume tratta le storie di donne alle quali le amministrazioni locali hanno scelto di intitolare vie, piazze e rotonde. A volte legate a vicende locali, spesso a contesti nazionali o internazionali. Piccole e grandi storie dietro alle quali si nasconde sempre uno spaccato dei tempi in cui queste donne sono vissute.

Il libro, di cui parte dell’incasso delle vendite verrà devoluto in beneficienza, sarà presentato in diverse occasioni durante marzo, tra le quali giovedì 17 al centro sociale Ca’ di Cuntadèn di Sant’Agata sul Santerno e mercoledì 23 nella saletta didattica delle Cappuccine di Bagnacavallo.

«Questo lavoro rappresenta un’utile documentazione a beneficio delle nostre comunità, per sviluppare ulteriori approfondimenti e ricerche – hanno sottolineato la presidente dell’Unione, Eleonora Proni, e il sindaco referente per le Pari opportunità Luca Piovaccari –. I nove Comuni dell’Unione spesso hanno recuperato la memoria di queste storie femminili, mettendole al centro delle iniziative sviluppate per l’8 marzo o il 25 novembre».

E così, dopo due anni di sosta forzata, tutti i Comuni della Bassa Romagna tornano a costruire come da tradizione un ampio calendario di appuntamenti al femminile in vista dell’8 marzo, festa nonché giornata internazionale della donna: distribuzione di mimose, spettacoli, concerti, iniziative per bambini e tanto altro.

«Ripartiamo sui territori, per parlare di diritti e di pari opportunità - ha proseguito Piovaccari -. Sappiamo che la pandemia ha gravato molto sulle donne, sia a livello lavorativo, sia nei casi di contesti famigliari più delicati. Quest’anno torniamo a organizzare iniziative pubbliche e di ampio respiro, perché sappiamo bene che per cambiare la cultura di una comunità servono tempo e costanza. L’8 marzo è un’occasione per mettere in risalto un lavoro che in realtà affrontiamo tutto l’anno nei diversi contesti, sociale, educativo e lavorativo».

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