Bassa Romagna, raccolta rifiuti: disagi, si cerca una soluzione

Nei comuni della Bassa Romagna si registra un crescente malcontento per la nuova modalità di raccolta dei rifiuti che entro fine mese sarà attivata ovunque. La rimozione dei cassonetti dell’umido e dell’indifferenziato ha creato polemiche. Abbiamo chiesto chiarimenti alla sindaca di Conselice Paola Pula, referente per l’Ambiente nell’Unione.
Sindaca, non si poteva almeno consultare la cittadinanza prima di questa scelta?
«Lo studio delle nuove modalità di raccolta rifiuti è partito diversi anni fa proprio per la sua complessità e vastità. L’ampliamento della differenziata e la riduzione dell’indifferenziata non erano più procrastinabili. Deve passare il concetto che diminuire la produzione di rifiuti e andare verso un’economia circolare non è un modo per complicarci la vita, ma una necessità, una risorsa per l’ambiente e per la salute collettiva. È altrettanto evidente che le esigenze sono talmente tante da rendere difficile il confronto e la comprensione dei cittadini. Chi abita in campagna ha esigenze differenti da chi abita in centro, così come una grossa azienda rispetto a un’attività commerciale e così via. Trovare un punto di equilibrio non è mai semplice e vanno individuate delle modalità standard che non possono per definizione tenere conto di tutte le eccezioni, che però stiamo rilevando e affrontando».
Concorda sul problema degli spazi ridotti evidenziata soprattutto da chi abita negli appartamenti e nei condomini dei centri?
«Sono problemi che sono diffusi ovunque, ma a Riolo Terme, che ha introdotto il nuovo sistema già nel 2019, dopo un iniziale periodo di difficoltà ha progressivamente superato quelle criticità. Come tutti i cambiamenti serve uno sforzo iniziale e magari qualche aggiustamento del servizio. Per quanto riguarda i condomini, ad esempio, saranno collocati anche contenitori collettivi per ridurre le difficoltà di raccolta».
Piuttosto che rimuoverli tutti non si potevano collocare cassonetti utilizzabili solo con tessere magnetiche come è stato fatto in altre realtà?
«Siamo onesti, lasciando i cassonetti è plausibile che molte persone non avrebbero modificato le proprie abitudini. La loro rimozione è dunque funzionale al raggiungimento degli obiettivi finali. Teniamo poi conto che rimangono in ogni caso quelli per carta, plastica, vetro e vegetale della cintura residenziale».
Avete valutato l’ipotesi di tenere aperte le isole ecologiche per agevolare chi non può o non riesce a conferire nei bidoncini i rifiuti?
«Sì, abbiamo già chiesto che ciò sia previsto anche per organico e indifferenziata, proprio per chi non riesce a rispettare il calendario. Valutando le problematiche più diffuse non si escludono servizi aggiuntivi o aggiustamenti da concordare col gestore».

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