Bassa Romagna, aumentano le richieste di aiuto ai Servizi sociali

Lugo

Nella vita di tutti i giorni grande impatto hanno le politiche socio-sanitarie adottate dagli amministratori. Nella giunta dell’Unione dei Comuni è il sindaco di Cotignola, Luca Piovaccari, ad occuparsene. Anche a lui abbiamo chiesto un report annuale.
Sindaco, ora che la pandemia è solo un ricordo, anche l’ospedale di Lugo è tornato alla normalità?
«Sicuramente gran parte delle attività sospese durante il periodo più acuto della pandemia sono ripartite. Alcune sono state potenziate, penso alla dialisi o all’endoscopia digestiva ospitate nel nuovo padiglione D, altre rilanciate, come l’attività chirurgica».
Eppure molti cittadini si lamentano delle lunghe liste d’attesa sottolineando che, per chi se lo può permettere, rivolgersi ai privati è l’unica soluzione sbrigativa. È sempre solo percezione?
«Certamente le attività sospese in questi due anni e mezzo hanno prodotto una lunga lista di prestazioni non urgenti che non sono state erogate. Il recupero di questo pregresso comporta inevitabilmente una dilatazione delle normali liste d’attesa. Su molte prestazioni però siamo già rientrati dentro gli standard di legge, anche grazie a un utilizzo equilibrato del privato convenzionato, resta ancora molto lavoro da fare per tornare a regime, ma la strada tracciata negli ultimi mesi è sicuramente incoraggiante».
Le cito un caso, forse il più eclatante, anche perché inerente a persone estremamente vulnerabili. È conoscenza dei tempi per la neuropsichiatria infantile?
«Sì, sono consapevole di questa criticità su cui ci siamo confrontati spesso con l’Ausl, anche in sede di coordinamento degli assessori al welfare. C’è un problema storico di reperimento di personale qualificato in questo servizio, che si somma ad un aumento esponenziale dei bambini certificati negli ultimi anni che naturalmente richiedono di essere presi in carico tempestivamente. Il servizio di neuropsichiatria infantile ha ampliato le proprie dotazioni di personale e stiamo cercando di rafforzare la collaborazione tra enti locali, scuole e Ausl per migliorare questi percorsi, soprattutto rispetto ai tempi».
Detto ciò, spesso i problemi sanitari sono legati a quelli sociali e viceversa. Nella Bassa Romagna come sono cambiate le richieste di aiuto e sostegno ai servizi sociali in questo ultimo anno?
«Sono sicuramente aumentate. Le diverse emergenze che si sono sovrapposte hanno ampliato la platea di persone che si sono rivolte ai servizi. Siamo riusciti a dare significativa risposta a queste crescenti richieste anche grazie a risorse straordinarie stanziate a livello centrale. Adesso queste risorse non ci sono più, ma le situazioni di fragilità non tendono certo a diminuire, soprattutto a causa dell’aumento esponenziale dei prezzi, a partire da quelli energetici. Aumenti che naturalmente ricadono anche sugli enti locali stessi. Credo serva ancora uno sforzo economico straordinario da parte dei livelli istituzionali superiori, altrimenti c’è il forte rischio che le disuguaglianze sociali si allarghino ulteriormente, generando tensioni e malessere che possono minare fortemente la coesione sociale».
Il taglio di un’automedica del 118 è stato declassato, dall’Ausl e dalla maggioranza, a ottimizzazione del servizio e della gestione del personale medico. Se oggi non c’è alcun rischio di mancato o ritardato intervento, a parità di richieste, perché in futuro dovrebbe essere integrata nuovamente?
«Al momento è stato dato un nuovo assetto complessivo ai servizi di emergenza dell’Ausl. Nuovo assetto che è stato condiviso all’interno della Conferenza territoriale socio-sanitaria. Nei prossimi mesi, insieme all’Ausl, terremo monitorata la situazione con grande attenzione per capire se questa riorganizzazione regge e dà risposta ai bisogni dei territori, o se serve fare degli aggiustamenti per correggerne le criticità».
Secondo lei un po’ di "educazione sanitaria" sarebbe un buon investimento per la collettività, in primis per la salute ma anche per il risparmio sulle future prestazioni?
«Avere consapevolezza di come funzionano i nostri servizi socio-sanitari e, di conseguenza, utilizzarli in modo appropriato è sicuramente un elemento positivo per tutto il sistema. Registro che questa consapevolezza spesso manca e quindi è sicuramente utile aumentare momenti di formazione e informazione alla popolazione su un corretto accesso ai servizi, ma anche su prevenzione e promozione di stili di vita sana. È bene ricordare che l’Oms ha certificato come la salute di una persona dipenda dai servizi sanitari solo per un 15/20%, tutto il resto è fatto da stili di vita sani, dal livello di istruzione, dalla condizione economica nonché dalla qualità dell’ambiente in cui viviamo e da tanti altri determinanti di salute su cui possiamo e dobbiamo agire di più come enti locali».
Un auspicio per 2023?
«Che possiamo lasciarci alle spalle tutte queste continue emergenze per tornare a ragionare davvero sulla costruzione di un diverso modello di sviluppo, più sostenibile e attento ai temi sociali».
E una promessa?
«In questi anni così complessi, come enti locali abbiamo cercato di non fare mai mancare la nostra vicinanza e il nostro sostegno a chi era in difficoltà. Nonostante i tanti problemi, anche economico-finanziari, che dobbiamo ancora fronteggiare, la promessa per il futuro resta quella di non venire meno a questo impegno verso le persone più fragili, ne va della tenuta delle nostre comunità».

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