Ci ha lasciato otto giorni fa la prima stella americana del basket cesenate. Althea Gwyn, per tutti Thea, è morta il 9 gennaio a Fayetteville, in Carolina del Nord. Aveva 65 anni: ad annunciare la scomparsa la sua famiglia, con la moglie Yolanda in testa. Una volta smesso di giocare aveva fatto carriera nel corpo dei Vigili del Fuoco fino ad assumere la carica di tenente.
Fisico straripante
Thea Gwyn era nata il 19 maggio 1956 ad Amityville Village, nella Contea di Suffolk, nello stato di New York, sulla costa meridionale di Long Island. Uno dei tanti angoli di Stati Uniti dove si mangia pane e basket e Thea non fa eccezione, supportata da un fisico straripante che supera di poco i 190 centimetri.
A Cesena
Il suo arrivo fece scalpore a Cesena e diede un tocco di internazionalità in più a una città che un anno prima aveva conosciuto per la prima volta uno straniero nel calcio, con Walter Schachner a incantare la Fiorita. L’Ahena Cesena nel 1982 aveva centrato il salto in serie A1 di basket femminile sotto la guida del coach Aldo Gierardini: serve un rinforzo sotto canestro e viene scelta la 26enne Gwyn, che conosceva già il campionato italiano per avere giocato nella stagione prima con la Bloch Sesto San Giovanni. L’Ahena targata Unimoto gioca nella piccola palestra ippodromo, con una tribunetta che al massimo può accogliere 800 spettatori, a patto di pressare i suddetti spettatori come i calzini nella valigia e i ricordi dell’epoca sono quanto più lontano ci possa essere dal distanziamento sociale. L’Ahena in città diventa un fenomeno di costume, giocatrici come Mariella Melon e Thea Gwyn entrano nel cuore degli sportivi e in particolare c’è questa ragazzona Usa che quando gioca fa ombra a tutta una metà campo e se decide di prendere un rimbalzo, non c’è storia. Gwyn è il totem di quella squadra e i suoi tagliafuori sono qualcosa di incredibile, con le avversarie che volano via talmente lontano che rischiano il tuffo nella piscina di fronte al Palaippo. Giocò quattro campionati a Cesena nella prima stagione ebbe subito un impatto eccellente, con 963 punti totali e il raggiungimento della semifinale scudetto persa 2-0 contro Milano.
Non si passa
Al Palaippo si giocava in un campo in linoleum e dire che c’era la tribuna piena non basta a rendere l’idea, visto che il custode Asvero Farneti doveva tenere le porte aperte per consentire ai ritardatari di vedersi in piedi almeno uno spicchio di partita. L’Ahena targata Gwyn giocò tre campionati di A1 nel piccolo impianto di fronte alla piscina, sempre con Gierardini allenatore, entrando stabilmente nei play-off (una semifinale scudetto, poi ottavi e quarti).
Al Carisport
Nel 1985 il debutto al Carisport, ecco finalmente il primo parquet a Cesena dedicato al basket. Uno sport che nel frattempo ha cambiato volto, visto che nel 1984 compare l’arco del tiro da tre punti, ma avere un pivot dominante a rimbalzo conta sempre. E Cesena il pivot ce l’ha. «Thea Gwyn è stata la ‘mia’ prima americana - ricorda Ivana Donadel - e all’inizio mi fece un certo effetto giocare con lei. In campo era tostissima, un donnone enorme che faceva paura. Negli anni ottanta, una donna di un metro e novanta con quella stazza non passava inosservata e Thea in campo si faceva sentire, fisicamente era una bestia. Conservo il ricordo di una ragazza feroce in campo e dolcissima fuori, con una risata esplosiva e contagiosa che riconoscevi ovunque». Nella quarta e ultima stagione a Cesena, Gwyn gioca al Carisport guidata dal coach Paolo Rossi, un tecnico destinato ad aprire un ciclo vincente. Nel suo ultimo campionato in Romagna 1985-’86, i numeri dell’inesauribile archivio di Carlo Zoffoli raccontano di una media di 17,9 punti (52% nel tiro da due) e 8,1 rimbalzi. Nel 1986 salutò tutti per lasciare il posto a Paula McGee, ma nei muri del Carisport restò a lungo l’eco della risata del dopo-partita di una ragazzona che ripensava a tutte quelle avversarie che pensavano sul serio di poter prendere un rimbalzo davanti a lei.
