Basket, la Cesena Basket 2005 a canestro contro il Covid

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Paolo Conte in questi casi canterebbe che tramonta questo giorno in arancione, anche se lui aspettava il passaggio di Gino Bartali, mica il passaggio in zona gialla. Però di questi tempi bisogna accontentarsi e vedere i ragazzini che tornano a fare sport è un primo raggio di sole in questo groviglio di divieti.

In campo all’aperto

In questi giorni il campo all’aperto del Palaippo è tornato a ripopolarsi di bambini e ragazzi che tirano a canestro, con la Cesena Basket 2005 che inizia a tirare un sospiro di sollievo per un movimento che ha una gran voglia di ripartire. Mentre alle sue spalle si svolge un allenamento (meglio, un gioco in compagnia) di giovanissimi atleti, il presidente Francesco Fagioli traccia un primo punto della ripartenza: «Abbiamo circa 400 ragazzi nel nostro settore giovanile e sono numeri importanti. La pandemia ha bloccato molte della nostra attività, anche se i genitori hanno spinto fortemente per continuare: non potendo allenarci al chiuso, abbiamo continuato a lavorare all’esterno fino a gennaio anche con i bambini. Visto il clima invernale, avevamo qualche dubbio, invece anche i più piccoli non hanno mai mollato e tutti ci chiedevano costantemente di non interrompere l’attività».

Il doppio danno dello stop

I ragazzi hanno perso ore di qualità a livello sportivo, in più c’è il colpo economico per la società sportiva. Si riesce a quantificare il doppio danno della pandemia? Fagioli prosegue nel suo excursus a tutto campo: «I ragazzi chiaramente hanno sofferto molto della situazione, mentre per la società il danno legato alla mancanza delle quote sociali è stato enorme. D’altro canto, abbiamo avuto una solidarietà dagli sponsor che non ci aspettavamo, con una conferma del loro impegno che per noi è stata importantissima».

Sport, famiglia e salute

Le famiglie hanno compreso il valore della pratica sportiva dei loro ragazzi? «Sì, certo - riparte Fagioli - le famiglie hanno sofferto molto la situazione dei figli a casa e i genitori chiedevano con insistenza di farli venire al campo a giocare a basket. Da parte nostra c’era qualche preoccupazione legata alla pandemia, ma lavorando all’aperto, in qualche modo siamo riusciti a mantenere una buona continuità nella nostra attività».

Servono nuove strutture

Tutte le società sportive di settore giovanile sono inevitabilmente in sofferenza. Quale è la prima richiesta della Cesena Basket 2005 all’amministrazione comunale? «Noi stiamo insistendo già dall’anno scorso per avere a disposizione un numero maggiore di strutture, per potere lavorare anche a livello individuale. In uno sport come la pallacanestro, allenarsi senza contatto è davvero dura e in tutti questi mesi abbiamo dovuto fare fronte a una situazione davvero particolare. Però qui nessuno si vuole arrendere: né noi, né i nostri ragazzi».

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