Basket B, Vico: "Faenza, passo indietro in difesa"

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Si è accesa in anticipo, rispetto alle previsioni, la prima spia d’allarme nel cruscotto dei Blacks. E l’interruttore l’ha premuto Marco Regazzi, ovvero proprio il coach che ha diretto dalla panchina l’ascesa societaria dalla Promozione alla B dei neroverdi. “Rega” è uscito dal PalaCattani non solo con gli onori, gli applausi, le celebrazioni e le targhe, ma anche con i due punti. Meritatissimi, per quanto visto sul parquet nei quaranta minuti. E non solo per il pur esiziale divario nella “mira” dall’arco. I gialloneri hanno dimostrato una maggior fame agonistica e una migliore lettura del metro arbitrale, incrementando il livello di aggressività sin dalla palla a due, a dispetto di una Faenza più sorniona e quasi sorpresa dalla combattività della neopromossa, nonostante i tanti segnali mandati al riguardo in settimana da coach Garelli.

Che si è preso le sue responsabilità a fine gara, per non essere riuscito a trasmettere la sensazione di pericolosità dell’impegno ai suoi uomini. «Un passo indietro nel nostro percorso di crescita - ammette Seba Vico - soprattutto dal punto di vista difensivo. Abbiamo permesso ai loro tiratori di gasarsi e prendere fiducia e loro sono stati bravi a punirci. La Virtus Imola è squadra atipica, con lunghi che sanno aprirsi sul perimetro, e noi soffriamo questo assetto, ma dobbiamo essere bravi ad adeguarci anche in queste situazioni ed essere noi a dover fare adeguare gli avversari. Una sconfitta che speriamo sia salutare e che potremo in futuro catalogare come incidente di percorso».

La cornice di pubblico e le grandi aspettative sulla stagione possono aver giocato il loro ruolo, creando una sorta di pressione per la performance dei neroverdi, anche se Vico corregge il tiro.

«So per esperienza che passare da una buona stagione a una in cui si è protagonisti annunciati non è automatico, ma parte di un processo mentale di crescita e consapevolezza, che va allenato nel tempo. Siamo alle prime battute della stagione, per ora dobbiamo pensare solo a noi stessi, a come progredire come gruppo».

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