Basket B, Tassinari, Vico, Trapani e Anumba: professione leader

Basket

La domenica un po’ interlocutoria delle romagnole, che ha avvicinato Imola ai play-off e Cesena alla salvezza diretta, lasciando invece Faenza ancora nel limbo (alla luce delle due partite in meno) e Rimini ad un tiro di schioppo dalla capolista Roseto, è stata comunque contrassegnata da quattro forti individualità. Andrea Tassinari, Emanuele Trapani, Simon Anumba e Sebastian Vico: sono ormai indiscutibilmente loro i leader delle rispettive squadre. Nella pallacanestro si ama dividere tra leader tecnico (il giocatore più forte della squadra, volgarmente detto) e quello emotivo (chi marchia il Dna del gruppo): vediamo quindi a che profilo corrispondono i quattro sopra citati.

Andrea Tassinari (Rbr)

Lui di Rimini è sicuramente il leader tecnico, come indicano le cifre (15.4 punti, 2.7 rimbalzi e 5.1 assist in 28’ di media con il 46% da 3). Ad Ozzano (ottava partita consecutiva in doppia cifra) ha provato in ogni modo a tenere a galla i suoi ma, paradossalmente, proprio i frangenti con l’ex San Vendemiano e Rivali in campo assieme sono stati i meno fruttuosi per coach Ferrari. A livello di talento e di senso del dramma vale tranquillamente in A2, però deve imparare a gestire meglio i ritmi della squadra, specie quando il Genio non è giornata. E allora dimenticarsi dei propri lunghi, come fatto nei primi 20’ al Madison emiliano, è un grosso errore. L’esterno di Cento, ai tempi di Orzinuovi, ha già vinto il campionato di serie B e siamo pronti a scommettere che, quando conterà, sarà lui l’uomo del tiro decisivo.

Emanuele Trapani (Andrea Costa)

Rispecchia al 100 per cento il dna voluto dal tecnico Grandi, che gli ha messo nelle mani la squadra. È il leader emotivo di Imola, che ha invece in Tommaso Carnovali quello tecnico. Trapani (12.8 punti, 5.8 rimbalzi, 2.2 assist e 17.9 di valutazione a partita) ha ripagato la fiducia dell’allenatore ozzanese e sin dal primo giorno di raduno si è caricato sulle spalle gran parte delle responsabilità. È il “faro” della difesa, per come aggredisce il portatore di palla e le linee di passaggio, ed è il motore dell’attacco, per come spinge, alza i ritmi e punta il ferro. A Giulianova ha griffato l’inizio e la fine di una partita decisamente più scorbutica di quanto dicesse la classifica e, forse, a questo punto a Cesena molti lo rimpiangeranno.

Simon Anumba (Tigers Cesena)

Un ragazzo con un atletismo e un’energia del genere non può che vestire i panni del leader emotivo, perché quello tecnico a Cesena è di gran lunga Giulio Mascherpa. È stato lui il primo acquisto della campagna estiva bianconera, con Gabriele Foschi a strapparlo ad una foltissima concorrenza. Lui poi ci ha messo un po’ ad esplodere, forse per il cambiamento dopo 2 anni a Faenza, forse perché il feeling tecnico con il tecnico Tassinari non è stato immediato (panchina all’esordio nel derby a Imola). Nelle prime 7 partite il prodotto del vivaio della Reggiana è andato in doppia cifra solo 2 volte, mentre nelle ultime 10 gli è riuscito ben 7. La dipartita di Genovese gli ha liberato spazio e minutaggio nel ruolo che preferisce, o almeno nel quale risulta più efficace in B, poi contro Kienergia Rieti e Montegranaro è addirittura esploso. La sua tripla vincente alla Bombonera vale mezza salvezza per i Tigers e ci sono ancora 8 partite da giocare, chissà...

Sebastian Vico (Raggisolaris)

Il bomber italo-argentino, leader tecnico indiscusso dei Raggi, dall’arrivo di Gigi Garelli ha letteralmente cambiato marcia (7 volte in doppia cifra su 8), confermando le doti che gli sono riconosciute da sempre in carriera. Ha dovuto adeguarsi a vestire i panni del play aggiunto, rinunciando spesso e volentieri a responsabilità che avrebbe magari gradito prendersi, ma sa bene come le stagioni passino spesso e volentieri pure da qualche sacrificio personale. Contro Luiss, Civitanova e Real Rieti ha dominato la scena, regalando quasi un magico tris a Faenza e, a questo punto, la Rbr Rimini dovrà guardarsi in primis da lui domenica prossima, quando andrà in scena l’atteso recupero del derby romagnolo. All’andata proprio una sconfitta al Flaminio costò ai lanciatissimi Raggisolaris quella crisi psicologica dalla quale non si sono veramente ancora ripresi. Chissà che allora l’incrocio con Rimini non segni la svolta in positivo. Naturalmente nel segno di Vico.

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