Basket B, Saccaggi è il primo vero top player della Rinascita

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Per il definitivo salto di qualità, forse, accantonare un po’ di riminesità e affidarsi a chi interpreta il ruolo in maniera più professionale, “distaccato” e meno sentimentale è necessario. Iniziano ad emergere, seppur con tutte le limitazioni derivanti dalle sole tre gare ufficiali disputate (una di Supercoppa, due di campionato), le motivazioni che hanno portato la dirigenza Rbr a scelte così drastiche, in estate. Scelte di “discontinuità” non solo dagli interpreti del campo, ma proprio da quello che inizialmente era stato il fulcro del progetto: ridare Rimini ai riminesi. Dopo l’era dei fratelli Bedetti, di Pesaresi, Crow, Saponi e del condottiero Massimo Bernardi, siamo passati a un nuovo corso, quello di Mattia Ferrari, Saccaggi e Masciadri, i tre professionisti che – in attesa dell’impatto che avrà Andrea Tassinari – spiegano al meglio cosa sia, oggi, la Rinascita sul campo. Una squadra che dovrà sì incendiare il Flaminio, ma che prima di tutto dovrà avere la solidità tecnica e mentale per arrivare in fondo e per salire in A2.

Nelle interviste si parla molto meno di “missioni”, “sogni”, “sputare sangue” (termini che a volte vengono utilizzati per coprire lacune tecnico-tattiche) e molto più di pallacanestro. In campo, la sensazione invece è che sia nelle difficoltà che nei momenti buoni prevalga sempre la serenità, la tranquillità, la consapevolezza di essere più forti ma anche del fatto che, da qui a giugno, troppe cose possono cambiare e bisogna procedere per gradi. Il motto di Bernardi era «la nostra vita finisce oggi», quello di Ferrari è «il campionato si vince a maggio».

C’è una bella differenza, anche a livello di gestione dei momenti, di accettazione degli infortuni, di pianificazione del lavoro: con gente come Masciadri, Rinaldi e Rivali, per forza di cose “ti devi gestire”, non puoi spingere a mille sempre e comunque. Saccaggi, poi, sembra veramente il primo, vero top-player della Rinascita, così come la sensazione di onnipotenza tattica di Masciadri non si era mai avvertita negli anni passati, neppure in C-Gold.

A Tassinari, vero valore aggiunto, e Mladenov (ancora alle prese con una caviglia dolorante ma in via di recupero) Ferrari chiederà, poi, quel qualcosa di imprevedibile che serve – ma non basta – per arrivare fino in fondo. E’ questa, quindi, la diversità di questa Rbr.

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