Basket B, RivieraBanca alla conquista di Roseto e della A2

Tre vittorie per l’A2. Che a Rimini manca dal 30 giugno 2011, quasi undici anni dopo quella messa in liquidazione dei Crabs che portò prima al lungo interregno “capicchioniano” a pane e acqua, escluso forse l’anno del derby play-off poi perso con Forlì nei quarti di finale (con Arrigoni, peraltro, a vestire la maglia dei cugini…) e poi all’avvento di Rinascita Basket Rimini, un progetto che oggettivamente merita la pallacanestro con gli americani.

Per questo, ma non solo, oggi al PalaMaggetti (ore 20) RivieraBanca avrà il sostegno di un’intera città che freme per tornare dove le compete. Piccolo problema: anche Roseto, dopo la bella persa l’anno scorso, vuole il piano superiore e in linea di massima ci saranno 4.000 anime a spingere Amoroso e compagni, che viaggeranno col vantaggio del campo, ammesso che vantaggio sia.

«Secondo me un po’ pesa - dice Mattia Ferrari - il livello di pressione che può mettere il loro impianto è equiparabile al Flaminio e hanno perso solo un match in tutto l’anno in casa (contro Ancona in regular season, ndc), per cui io dò un 55% a Roseto e un 45% a noi di vincere la serie. Poi si vedrà quel che succede ma siamo di fronte a due delle migliori squadre della serie B, con due pubblici fantastici e delle piazze storiche e con un passato di livello».

Super-finalissima fuori e super sfida dentro il parquet: da un parte le zingarate di Tassinari, le triple di Masciadri e l’essenza cestistica di Arrigoni, dall’altra la garra di Pastore e il talento dei due lunghi Nikolic e Valerio Amoroso, che per Ferrari è l’Mvp del campionato. «Sì perché oltre a giocare alla grande, ha alzato il livello di tutti i compagni e questo lo fanno solo i campioni» continua Ferrari che in settimana non ha avuto a disposizione quasi mai Rivali a causa di un problema al tallone. «Eugenio si è allenato un po’ oggi (sabato, ndc), vediamo come sta nell’immediata vigilia, al limite è pronto Scali».

Roseto più forte dentro e Rimini fuori? «Siamo due squadre complete, non si arriva sino a qui dopo 40 partite se non si hanno valori importanti in ogni ruolo. È vero che Amoroso e Nikolic statisticamente hanno impatto, ma che dire di Arrigoni che ha giocato una stagione incredibile o di Masciadri che ultimamente ha dominato? Così come, se Tassinari ha inciso, lo stesso si può dire per Pastore, Ruggiero e gli altri esterni della Liofilchem».

Quindi cosa farà la differenza? «I particolari, la capacità di soffrire, difendere duro, reggere la pressione, capire i momenti».

Confermerà la rotazione a otto come con Faenza lasciando sempre seduti o quasi Mladenov, Fabiani e D’Argenzio? «Non parto mai con idee preconfezionate, vedrò nel corso dei match quanti e quali giocatori utilizzare. Le mie scelte sono sempre per il bene della squadra».

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