Basket B, Raggisolaris, rilancio targato Poggi
«Quello con Rieti è stato davvero un gran bel colpo, però ora vogliamo tornare a vincere fra le mura amiche, dove non lo facciamo da troppo tempo (3 ottobre con Ancona, ndr). Se lo meritano in primis i tifosi».
Giovanni Poggi, guerriero romano di una Raggisolaris che proprio a “casa” sua (fra Luiss e Valmontone) ha trovato la strada della resurrezione, si è già lasciato alle spalle l’impresa contro la Sebastiani e guarda alla prossima sfida: «Arriverà Teramo (Pala Cattani ore 18, arbitri Secchieri di Venezia e Bastianel di Treviso,
ndr), ovvero una squadra messa come noi in classifica e assolutamente da rispettare. Hanno elementi esperti, specie dentro l’area, vedi Antonelli e Di Donato e la migliore difesa del girone (63.4 punti subìti di media, ndr). Ci siamo lasciati alle spalle il periodo più difficile, quello delle quattro sconfitte consecutive, ma questo gruppo resta il più competitivo della B e non ti puoi certo rilassare. Il doppio turno casalingo va sfruttato (Teramo e Montegranaro, ndr), poi guarderemo la classifica. Al momento Roseto sembra avere qualcosa in più, in particolare in casa gioca un basket davvero speciale, Rimini nonostante gli infortuni è lì e arriverà, e noi sappiamo di dover ancora lavorare e migliorare tanto».
Salto di qualità
Il lungo neroverde, tornato in B dopo tre anni di A2 fra Mantova e Assigeco Piacenza, domenica aveva motivazioni particolari, voglioso di fare bella figura davanti a quel coach, Alex Finelli, che proprio alla Pompea lo aveva lanciato: «Sì, ho rivisto con tanto piacere sia lui che Ghersetti, mio compagno in quelle due stagioni e che marcavo ad ogni allenamento. Finelli arrivò a metà del campionato 2018/2019 e mi diede subito grande fiducia, è stato fondamentale per la mia crescita. La seconda stagione, quella interrotta dal Covid, abbiamo avuto qualche screzio, ma lui è sempre propositivo e non distruttivo nei suoi rimbrotti. Io poi ero giovane e volevo giocare di più. Devo ammettere che Finelli mi ha fatto cambiare il modo di vedere e affrontare le difficoltà. Lo posso soltanto ringraziare».Detto da un 24enne quel “ero giovane” suona quantomeno curioso: «Non mi sento certo vecchio (ride, ndr), solo che è arrivato il momento di fare il salto di qualità. Questa è l’età riconosciuta da molti per la maturità di un giocatore di pallacanestro, quindi devo cominciare ad esprimere tutto il mio potenziale. Il mio ruolo preferito? Sono a disposizione di coach Serra e cercherò sempre di fare quanto mi viene chiesto. Poi se in A2 fatico a giocare da numero “5”, causa la fisicità decisamente superiore del campionato, in B posso farcela».
E proprio con Rieti l’atipicità di Faenza è diventata l’arma vincente: «Siamo una squadra abbastanza versatile – conferma Poggi – e tocca al nostro allenatore mutare i vari assetti. Noi dobbiamo mostrarci sempre uniti come a Valmontone. Non mollare mai. La chiave sta tutta qui».
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