Basket B, frenata inattesa di una Andrea Costa poco umile

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Primo, vincere. Secondo, salvare la differenza canestri. Entrambe le missioni fallite. Questo, in tutta la sua crudezza, il bilancio dell’Andrea Costa in una trasferta al Pala Cattani arrivata, senza ombra di dubbio, nel momento peggiore. Sì, perché la Grandi-band, reduce da 7 giorni difficili già prima del confronto casalingo con Teramo, la scorsa settimana praticamente non è riuscita ad allenarsi e Faenza, minuto dopo minuto, ha avuto il merito di sfruttare il proprio superiore tasso d’energia. Senza Luca Fazzi e, in sostanza, Thomas Wiltshire, lo staff tecnico biancorosso si è ritrovato a gestire una rotazione terribilmente corta, “tirando” nel collo ad Emanuele Trapani (38’42” in campo, 34’ dei quali consecutivi) e chiedendo a Tommaso Carnovali molto di più delle aspettative iniziali. L’esterno di Melzo, che come era stato colpito duramente dal Covid altrettanto lo è stato dall’influenza, avrebbe dovuto giocare alla Masciadri, ovvero alla stessa stregua di coach Ferrari con la propria ala nel derby Rimini-Imola: Grandi aveva pensato, se necessario, di rischiarlo solo nel 2° tempo, per avere magari un impatto forte da lui, ma i problemi di falli di Calabrese (2 dopo 8’) hanno fatto saltare il piano.


Tattica vincente

Il resto l’ha fatto la difesa dei Raggi, capace di escludere dal gioco l’equilibratore Cusenza, di tenere Emanuele Trapani lontanissimo dal ferro e di accettare il rischio, ad alta remunerazione dal 3° quarto in poi, che le responsabilità andassero a Corcelli, Vigori e Trentin. Domenica il capitano ha tirato 15 volte dal campo, Vigori 13 e Trentin 14, mentre le loro medie abituali erano di 6.95, 8.16 e 6.04. Al 20’ i tre avevano segnato 32 dei 39 punti biancorossi: dopo l’intervallo ne hanno messo assieme solamente altri 12, come inevitabile. L’imbarazzante -25 a rimbalzo (61-36) e il 16% dall’arco (5/30) trasformano in un mezzo miracolo (difensivo) biancorosso il ritrovarsi, a 2’30” dal gong, ancora ad un solo possesso di distanza dai Raggi sul 62-59.


Vantaggio gettato

Ha ragione coach Grandi quando dice che i suoi non potevano fare di più, ma sulla gestione della differenza canestri ci sarebbe qualcosa da ridire. A 1’25” dalla fine, a -6 con palla in mano, Imola avrebbe dovuto pensare solo a salvare il +7 dell’andata, invece ha infilato nell’ordine: forzatura di Cusenza da 3, contropiede affrettato di Corcelli (poi 1/2 dalla lunetta per il capitano) e conclusione morbida, per quanto ben costruita, di Trentin. Se questa “serie” dovesse costare i play-off, fra meno di un mese, i rimpianti saranno tanti.

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