Basket B, forte e profonda: ora Rimini fa paura a tutti

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La strada ormai è tracciata, e sembra proprio che la corazzata Rbr (così la dipingono avversari e addetti ai lavori) abbia intrapreso il percorso giusto. Se è vero che, per un primo bilancio effettivo, bisogna sempre aspettare la fine del girone di andata – cioè quando tutti hanno incontrato tutti – dalle ultime due prestazioni biancorosse, al completo o quasi (l’apporto di Bobby Mladenov crescerà per forza) dopo il rientro di Andrea Tassinari, possiamo trarre alcune indicazioni ottimistiche sul proseguo della stagione. Prima di tutto, l’altruismo. La Rinascita, pur avendo “dentro” almeno due giocatori in grado, potenzialmente, di vincere una partita da soli (Tassinari e Saccaggi), è mentalizzata decisamente sul concetto di insieme, e qui il merito è in gran parte dell’allenatore. Sia con Ozzano che a Imola si sono visti attacchi dove tutti i cinque giocatori in campo toccavano la palla e svariati extra-pass: le perse, a dire il vero, sono arrivate in gran parte in situazioni di transizione, magari per voler accelerare un contropiede, più che per forzature di un singolo. E qui ci possiamo ricollegare alla seconda nota positiva, che poi è una mezza novità dell’ultimo periodo, la “corsa”. Con Tassinari – e la possibilità di schierarlo anche assieme a Rivali, cosa che Ferrari ha messo in pratica nel derby, mentre non lo aveva fatto con Ozzano – si corre per forza di più e meglio: grazie a lui, Bedetti può scorazzare nelle sue fughe che significano canestri “rubati”, così come Saccaggi può scagliare triple in transizione. Se nelle ultime due-tre uscite le percentuali dell’ex Agrigento sono scese, poco male: come è naturale che sia, si rialzeranno (perché è un super tiratore) e, a quel punto, questa squadra avrà tre dimensioni: interna, esterna, da corsa. A proposito, il calendario - a partire dal match di domenica con Giulianova, appena disintegrata da Cesena - da qui a Natale, se si esclude la sfida contro il Rieti di Ceccarelli è tutto in discesa. Forse l’unico neo, ma da verificare, è rappresentato dal fatto che, sotto le plance, si tende a subire un po’ troppo nell’uno contro uno e a rimbalzo offensivo. Qui sarà determinante la crescita di Tommy Rinaldi – sin qui a corrente alternata – mentre si è già capito molto bene che ad Arrigoni piace tantissimo “fare a botte” nel pitturato, a Masciadri molto meno. Ma tutte queste cose, coach Ferrari, le conosceva già benissimo in sede di costruzione del roster.

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