Non vede l’ora che la prima palla a due della finalissima per la promozione in serie A venga alzata alle 20.45 di domani sera. Lo si capisce distintamente dall’emozione che colora e accende la sua voce e dall’annotazione che antepone immediatamente non appena risponde al telefono. «Lo sai che sommando le mie esperienze da assistente allenatore, da head coach e da dirigente, questa è la mia finale numero 30? Ne ho vinte 20 e perse 9, ma per me questa rappresenta una soddisfazione enorme, una delle maggiori».
È così che esordisce il general manager della Pallacanestro 2.015, Renato Pasquali, nell’antivigilia della serie che vedrà la sua Unieuro fronteggiare la Vanoli Cremona. Lui è stato l’ultimo tecnico della Libertas 1946 prima che, nel giugno 1999, Piero Paganelli ne vendesse il titolo sportivo a Sassari: ora è il dirigente che può riportare Forlì laddove la società che ha fatto la storia della pallacanestro cittadina, l’ha alzata per l’ultima volta 28 anni fa.
L’attesa
Ancor prima che si inizi a giocare, è già un evento epocale. E la città lo sta vivendo come tale. «Sono qui in ufficio e davanti a me vedo una fila continua di persone che mano a mano entrano a comprare il biglietto per le prime due gare casalinghe. Alle 13 di oggi (ieri, ndr) ne avevamo già staccati 2.700 per la sfida di domani, ma sommando i due appuntamenti viaggiamo alla media di 1000 biglietti al giorno. Che si stia vivendo un momento unico lo si capisce da tante piccole cose, dai volti di persone mai viste che non vogliono però perdersi il grande evento e l’occasione di sostenere la squadra della propria città, alla grande richiesta di omaggi che ci sta arrivando. La finale è anche questa».
Esaltazione collettiva
Pasquali lo dice e sorride: da quando è tornato a Forlì come dirigente nel 2017, non lo avevamo mai sentito così sereno, rilassato. Così felice. È l’immagine dello stato d’animo che accompagna la squadra in campo per quest’atto conclusivo e pervade i suoi tifosi. «Spero nel pienone domani e ci credo perché essere arrivati sin qui dopo 28 anni non può che fare scalpore: è un evento raro quanto un’eclissi lunare, quindi mi aspetto che la gente voglia viverlo intensamente per poter dire che quella volta era presente e poterlo raccontare per anni e tramandare ai figli. D’altronde dal 1995 a oggi sono passate 4 generazioni… c’è chi non ha mai vissuto momenti così esaltanti».
Un’elettricità incredibile che attraversa tutti i componenti della Pallacanestro tra cui il presidente Giancarlo Nicosanti che oggi alle 21 sarà ospite della trasmissione Panorama Basket in onda su Teleromagna. «Quando questa società nacque si pose la missione di salire di livello, ma forse nessuno poteva pensare che, dopo, avere avviato in estate un nuovo ciclo, il momento potesse arrivare già adesso – ammette Pasquali – abbiamo imparato da tutte le esperienze, anche dagli errori, per fortuna non tantissimi, che ci hanno aiutato ad arrivare sin qui, ora. Per questo anche noi viviamo intensamente l’oggi ed è giusto sia così: i pensieri su cosa verrà dopo, in un caso o nell’altro, ce li porremo solo a giochi fatti».
Fiducia al top
Intanto si pensa solo a Cremona e l’uomo delle 30 finali sa cosa serve. «Resettare immediatamente qualsiasi risultato positivo o negativo, per tuffarsi subito sulla gara seguente che, di norma, è completamente diversa da quella che l’ha preceduta. Certo, arriviamo al top della fiducia e della condizione atletica, e per questo siamo stati bravi e pure fortunati, ma mi aspetto una serie equilibratissima nella quale il fattore campo può contare tanto oppure nulla».
È stato così proprio quest’anno: una vittoria esterna a testa nella seconda fase. «Dopo il primo tempo della gara casalinga con la Vanoli pensammo che con lei non avremmo mai potuto vincere, ma a fine gara lo stato d’animo era già cambiato: pensai che se fossimo stati nuovamente bravi ad alzare il livello del nostro gioco, saremmo stati competitivi anche con Cremona. Così è stato».