Basket A2, Unieuro: per ora niente scelte forti

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Una giornata di confronti e riflessioni, con animo giocoforza rabbuiato, ma con la volontà di reagire a quella che è stata una caduta rovinosa e rumorosa. Reagire come? È questa la domanda che chiunque abbia a cuore, da appassionato a dirigente, le sorti della pallacanestro forlivese, al momento si sta ponendo. Le risposte, però, dovranno arrivare dal campo e almeno per il momento solo da questo, perché a meno di ulteriori passaggi a vuoto (e una risposta la si attende domenica nella delicata trasferta di Chiusi), la Pallacanestro 2.015 non ha in animo di intervenire.

Non si tocca nessuno

Nonostante non ci siano dichiarazioni ufficiali al riguardo, la società di viale Corridoni non ha in previsione di mettere ulteriormente mano al portafogli per rivoluzionare l’assetto o anche solo per correggerlo. Mancanza di alternative realmente credibili? Anche, ma non solo. Due aspetti che vanno presi in considerazione: lo sforzo economico già compiuto in estate dopo un’annata da zero introiti per allestire una rosa che, si credeva, potesse ambire al vertice del campionato di A2 e la convinzione che il materiale umano e tecnico sia ancora quello che suffragava le aspirazioni. Certo, il campo dice al momento altro e alcune certezze della vigilia si sono scalfite anche nei pensieri dei soci biancorossi, ma non da indurli a operare un restyling.

Almeno non per ora...

Perché se dalle tre gare pre-sosta dovessero arrivare indicazioni sulla scia di quelle, pessime, date con Latina, allora come avrebbe detto Lucio Dalla “in questo mondo che brucia in fretta quello che ieri era vero non sarà vero domani”. Lo sport brucia ancor più rapidamente del mondo e un’annata di alti e bassi continui senza reali prospettive di inversione di tendenza, allontanerebbe ancora di più il pubblico (già tutt’altro che folto) e acuirebbe le difficoltà economiche della “Pieffe”. Scegliere di dare fiducia è legittimo, “non scegliere” rischia di provocare più danni di quanti si voglia evitare, quindi è un pensiero da maneggiare con cautela.

Anche perché i 2000 dell’Unieuro Arena, molti defluiti a 3’ abbondanti dalla fine, hanno visto il presidente Nicosanti alzarsi e abbandonare il palazzetto. Da qualunque angolatura la si voglia guardare, è stata una scena forte che non lascia indifferenti. La passione del presidente e ciò che rappresenta per Unieuro, azienda e squadra, sono un bene che non va in alcun modo scalfito.

Come si esce da una delle pagine più nere della recente storia del basket forlivese? Lavorando e incrociando anche le dita. Sì, perché senza Hayes la squadra non ha riferimenti certi nei momenti decisivi, Carroll (sulla cui reale utilità si debba riflettere) non ha dimostrato di poterlo essere e allora è necessario che a Chiusi sia recuperato come Forlì conta di fare. Però oggi c’è anche la risonanza magnetica al ginocchio destro di Benvenuti (colpo subito da Lautier-Ogunleye cadutogli sopra): un infortunio al lungo sconvolgerebbe tutti i piani di “vigile attesa” della società.

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