Una delusione forte, fortissima, ma da non trasformare in frustrazione e rassegnazione. Una rabbia da convertire in agonismo e riversare tutta domani sera al Pala Radi di Cremona per garatre. Per sperare di non salutare il sogno serie A con un secco 0-3, l’Unieuro ha solo questa strada davanti. Per riuscire fattivamente a prolungare la finalissima con la Vanoli alla quarta gara di mercoledì, a questo atteggiamento dovrà però abbinarsi anche una mente più libera di quanto non sia stata quella dei biancorossi venerdì sera.
A prescindere dalla difformità evidente del metro adottato dalla terna arbitrale, della legittimità o meno dell’antisportivo prima e tecnico per simulazione poi, che, in circa 90 secondi, hanno tolto dalla sfida capitan Daniele Cinciarini, per la prima volta in questo campionato Forlì ha dimostrato di sentire e subire il peso della partita e del suo rovente finale. E sulla sconfitta ha inciso, come lo stesso Antimo Martino ha ammesso citando come esempi non solo i tiri liberi falliti (10 nella ripresa, 4 basilari da Adrian e Penna negli ultimi 2’30”), ma anche qualche tiro preso con il cosiddetto “braccino”: «Quello che ci è mancato, onestamente, è stato il coraggio di mettere due tre tiri aperti dall’arco, e ne abbiamo avuti diversi a disposizione, e poi i liberi – spiega il coach – Faccio un esempio: Radonjic a un certo punto ha preso un tiro “timido”, io gli ho detto che doveva divertirsi, ma tra il dire e il fare il discorso cambia. Se ne hai fatte e vinte di finali, come i giocatori di Cremona, o non ne hai mai fatte, non è la stessa cosa. Dietro ad alcuni nostri errori, c’è anche questo».
Parole da sottoscrivere, aggiungendo che l’avere già alzato al cielo quest’anno Supercoppa e Coppa Italia di A2, ha abituato i cremonesi a giocare le partite che valgono tutto e in campo si vede nella maggiore freddezza e sicurezza dei finali. Forlì, invece, in entrambi i match ha avuto troppe pause e troppo prolungate. Un oscillare tra fiammate e black-out che raramente si era registrato in precedenza e che fa capire come una finale play-off sia, davvero, tutto un altro film.
In una garadue nella quale i biancorossi hanno corretto quei problemi a rimbalzo e sulle palle perse che erano costati carissimo nel primo incontro, a risultare determinanti sono stati proprio i lunghi momenti di astinenza di Adrian e compagni. Quasi quattro minuti nel primo periodo (dal 7-6 all’8-17), cinque minuti nella terza frazione (dal 41-38 del 23’ al 45-50), i 2 minuti e 53 secondi finali quando sul 64-64, l’Unieuro si è arenata e non ha più realizzato alcun punto. «Siamo comunque competitivi al cospetto di una squadra costruita per vincere come la Vanoli perché abbiamo un grande cuore e l’asticella siamo riusciti ad alzarla tantissimo in stagione – precisa Martino – Cremona non è in vantaggio di due gare casualmente, ma con episodi diversi potevamo tranquillamente stare sul 2-0 noi e nessuno può dire il contrario».
Con un doppio svantaggio a gravare sulla schiena e contro
un’avversaria esperta, profonda, cosciente e convinta (ma lei stessa non esente da pause prolungate), all’Unieuro serve ora un miracolo sportivo, ma la palla paradossalmente sarà più leggera e torna la possibilità di stupire com’è sempre stato prima dei play-off. Come è sempre stato nelle vittorie più belle e importanti di Forlì.
Prevendita
Sono disponibili su Vivaticket i biglietti per garatre nella tribuna ospiti numerata. I costi vanno dai 20 euro ai 12 nella fascia 13-18 anni e ai 5 della fascia 6-12 anni. Le casse del Pala Radi apriranno già alle 15 di domani nonostante il match inizi alle 20.45.