Ora servirà un’impresa, non un miracolo sportivo. Ora servirà una di quelle imprese che l’Unieuro già altre volte, e tante volte, è riuscita a compiere in questa sua splendida annata reagendo alle difficoltà da grande squadra. Se sarà una reazione tale da allungare la finale per la serie A alla quarta, se non alla quinta partita, o addirittura per sovvertire il vantaggio che la Vanoli Cremona si è assicurata mercoledì, in fin dei conti interessa il giusto: l’importante è che i forlivesi dimostrino in una serie che non poteva non rivelarsi difficilissima per loro, di essere un gruppo mai domo e che ha voglia di stupirsi e di stupire.
Reazione
Sono state le pietre angolari sulle quali la Pallacanestro 2.015 ha costruito tutta la sua stagione, devono rimanere tali sino in fondo e in quella garadue che oggi alle 20.45 (arbitrano Ursi, Radaelli e Marzulli, biglietterie del palasport aperte dalle 19) deve lasciare Forlì, temporaneamente o meno, con la situazione di nuovo in equilibrio. E’ questa la missione dei biancorossi a prescindere da Luca Pollone e dal suo infortunio al ginocchio sinistro, sulla cui entità una valutazione approfondita da parte dell’équipe sanitaria è stata fatta solo nella tarda serata di ieri.
La Pallacanestro 2.015 si limita a riferire che qualsiasi decisione in merito alla sua presenza in campo, sarà presa oggi seguendo costantemente l’evolversi della situazione. Si ripresentasse per giocare, lascerebbe di stucco vista la dinamica dell’incidente che lo ha estromesso a 2’11” dalla sirena finale quando il punteggio era 68-68 e Pollone in primis era “on fire”. Due stoppate in 50”, ma sulla seconda a Denegri ricade con la gamba sinistra tesa e il ginocchio che va in iperestensione, con forti e immediati dolori. Solo stasera capiremo se si sia trattato solo di spavento o di qualcosa di grave.
Continuità
L’Unieuro può comunque giocare meglio di mercoledì? Certo, ma soprattutto può essere più continua. Perché lo è quasi sempre stata e perché proprio questo aspetto ha pesato sulla sconfitta al pari di altre concause quali i rimbalzi offensivi concessi e le palle perse (13 nei primi 30’) sopra gli standard abituali. Il 2-18 che in 6’ del secondo periodo ha visto Cremona passare dal -16 al pareggio a quota 37, ha cambiato il volto del match e il 5-20 che dal 53-48 ha condotto al 58-68 a 6’49” dal gong, hanno avuto un impatto non paragonabile certo a quello delle triple da 7 metri e rotti con cui Trevor Lacey ha per l’ennesima volta quest’anno deciso una partita, ma comunque significativo nel dare alla Vanoli ritmo e convinzione e per generare qualche non abituale insicurezza tra i padroni di casa. Arginare queste sempre possibili ondate prima che diventino mareggiate, è fondamentale, così come il controllo dei tabelloni.
Seconde chance
I punti realizzati in area da Unieuro e Vanoli sono stati gli stessi, ma i lombardi da seconda opportunità ne hanno messi a segno ben 23 contro i 4 dei biancorossi. Questo dato, unito alle 5 palle perse in più di Adrian e compagni, ha permesso alla squadra di Demis Cavina di tirare 65 volte dal campo contro le 48 dell’Unieuro: è un differenziale di 17 conclusioni in una gara decisa con uno scarto di 5 punti e nell’ultimo minuto. Va da sé che ha inciso tantissimo.