Basket A2, Unieuro imbattuta e non si è visto tutto il potenziale

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Vincere eppure rendersi conto che ci sono margini i crescita ancora molto ampli. È questa la fotografia dell’Unieuro che scaturisce dalle prime cinque giornate di campionato che hanno sempre visto i biancorossi di Martino conquistare la posta in palio sino a risultare l’unica squadra ancora imbattuta del girone Rosso. Un ruolino di marcia perfetto e che al momento della prima palla a due della stagione era tutt’altro che scontato per una squadra rivoluzionata e all’inizio di un nuovo percorso tecnico. Cammino reso accidentato dall’immediata e forzata rinuncia a Vincent Sanford che presumibilmente tornerà in campo a inizio dicembre. Nella trasferta a San Severo o nel match del 7 con Chiusi.

Forlì vince e convince

Vero, ma dimostra anche di non essere ancora un orologio svizzero. Meglio così, possono pensare i tifosi e anche coach Martino che nelle ultime uscite ha visto la sua creatura alternare fiammate pazzesche (i primi 5 minuti del quarto periodo di Chieti, i 12 che dal 5’ al 17’ del derby di domenica sono stati realmente scintillanti) a parentesi di appannamento, scarsa lucidità e concretezza. Fasi, però, tutte concluse con guizzi che hanno riproposto nei momenti decisivi delle partite la versione migliore dell’Unieuro: da quello finale a Rimini dopo il rientro di RivieraBanca sul -1, alle spallate date a Mantova e Pistoia in casa grazie alla difesa, ai canestri di Cinciarini e le buone chiusure dei lunghi a frenare il tentativo di rimonta di Ravenna nel derby più recente.

Possibilità di crescere

Il risultato porta a cinque vittorie, ma con uno scarto massimo di 11 punti, ottenuto per giunta nelle due partite meno eclatanti dei biancorossi: con Chieti e Ravenna. Quindi, pur andando sin d’ora oltre le aspettative iniziali, la Pallacanestro 2.015 ha margini di miglioramento evidenti nella continuità di rendimento nell’arco dei 40 minuti. È questo l’obiettivo che Martino ora persegue a partire dal doppio impegno in trasferta con Nardò e Ferrara, match alla portata, ma che si possono vincere di fronte a formazioni agguerrite, solo attraverso prestazioni con meno alti e bassi, concrete, solide e ciniche. Da qui passa l’affermazione effettiva dell’Unieuro come squadra di primissima fascia. Il che non significa rifilare “ventelli” alle avversarie, ma avere una presa sempre sicura sui match. Per indirizzarli o per gestirli. Forlì può riuscirci? Certo e a convincercene c’è un aspetto di novità, un fattore importante: la profondità d’organico. Martino ruota nove uomini, da un minimo di 15.6 minuti (Benvenuti) a un massimo di 28.4 (Adrian) e da ognuno sta ricavando qualcosa. Questo valore aggiunto può portare a mantenere sempre alta e regolare l’intensità in campo. Solo nella breve fase intercorsa tra il recupero di Oxilia e l’interruzione dei campionati causa Covid, l’Unieuro ha avuto rotazioni siffatte. E non a caso, è stato forse il migliore momento dell’intera gestione Dell’Agnello.

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