Basket A2, Unieuro e Roderick: una bella favola con un finale triste - GALLERY

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A ben pensarci, i film americani e specialmente quelli sentimentali, hanno tutti lo stesso copione. In ordine di sceneggiatura viene prima la diffidenza tra i due protagonisti, poi il loro avvicinamento, la scintilla che fa scoppiare l’amore, il momento in cui tutto raggiunge la perfezione, quasi l’apoteosi e poi… l’improvvisa caduta, l’evento inatteso che sgretola ogni certezza e fa crollare tutto rovinosamente. Nei film americani, però, i titoli di coda non scattano a questo punto. C’è l’ultima scena: il “riscatto dell’eroe caduto”, la redenzione che porta al lieto fine. In aeroporto, dove il protagonista, il volo che lo porterà definitivamente lontano, non lo prenderà mai perché qualcuno lo ferma prima.


Ieri, Terrence Roderick quel volo lo ha preso. Nel suo caso l’ultima scena da film hollywoodiano, non c’è stata e non ci sarà. La sua, direbbero negli States, è una “fairytale gone bad”. Una favola finita male, anzi malissimo con tanto di livorosi botta e risposta sui social tra tifosi e un “clan Roderick”.
L’immagine che resta è quella di un uomo tornato a Forlì con la dichiarata ambizione di vincere il campionato, di un giocatore proclamatosi “in missione”, che ha fallito per ragioni oscure. Un giocatore capace di vincere partite incredibili come a Ferrara, ma che nelle gare importanti è sempre mancato dal girone di ritorno in poi: 7 punti con 2/7 in 19’ nel ko a Scafati, 9 punti, 5 falli e 5 perse nella sconfitta a Napoli, 5 punti con 2/9 e 6 perse con Udine in Coppa Italia, 18 punti complessivi con 7/30 al tiro e 10 perse nelle ultime 3 gare di “orologio” e un play-off da 9 punti di media col 6% da tre e 4.75 perse a gara.
Nessun riscatto dell’eroe, dunque, “T-Rod” e Forlì si sono lasciati male dopo l’euforia collettiva invernale. Era, però, un rapporto nato con scetticismo? Di alcuni sì, ma sormontati da un’ondata di «riprendiamolo» decisamente superiore. Ed ecco una sequenza che nella storia del basket forlivese si sta ripetendo ogni anno da ormai cinque stagioni: il giocatore più atteso e più desiderato in estate, è quello più deludente.
Successe nel 2016 con Wayne Blacksheare, troppo presto vittima di infortuni mal gestiti, poi con Yuval Naimy che chiuderà senza macchie, ma anche senza chissà quali bagliori, quindi con Kenny Lawson, accolto da eroe e finito agli stracci e con Klaudio Ndoja, impalpabile l’anno scorso. Roderick è l’ultimo di una serie di storie d’amore finite male. L’Unieuro spera sia l’ultima in senso assoluto.

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