Basket A2: Unieuro e Rbr, il cambio di passo in un mini campionato

Prima della classe e prima delle “salve”. Senza play-off, fosse ipoteticamente già finito il campionato, ma comunque salva. È in queste posizioni, decisamente più che firmabili alla vigilia del campionato di serie A2, che Unieuro Forlì e RivieraBanca Rimini si presentano al derby di domani sera. Merito di un ruolino di marcia che nelle ultime sei giornate di campionato ha dato una dimensione nuova alla stagione dell’una e dell’altra. Insomma, le due contendenti hanno svoltato: chi con decisione, forti di un 6/6, come i ragazzi di coach Antimo Martino, chi nella tendenza del proprio cammino come la Ferrari-band che nello stesso arco temporale ha vinto quattro volte a fronte di due sole sconfitte.

Al confronto cestistico più sentito di Romagna, “Pieffe” e Rbr arrivano, dunque, in piena ascesa, quella che entrambe si augurano non sia stata frenata dalla sosta natalizia, ma vi giungono anche cambiate negli uomini, negli equilibri e nel modo di stare in campo, rispetto a come si presentarono al Flaminio un girone fa. Quella gara fa molto meno testo di quanto non dicano, invece, i dati delle ultime sei gare giocate da Forlì e Rimini.

Affinità elettive

Oltre al crescendo di risultati, ci sono altri aspetti che accomunano le due sfidanti nel loro buon momento. La prolificità offensiva cresciuta. Tantissimo per Rimini, che è passata dal realizzare 71.4 punti di media nelle prime otto giornate agli 82.1 delle ultime sei, ma anche per Forlì che viaggiava a 73.6 e ora lo fa a 79.8. La domanda può essere “perché?”, una delle risposte sta nell’ascesa di rendimento di molti elementi delle due rose e sempre nelle sei gare di fine 2022.

Nelle fila dell’Unieuro ci sono tre casi emblematici. Luca Pollone, lo specialista della difesa, ha trovato fiducia e ritmo anche in avanti, passando da 4.8 a 6.5 punti di media, ma anche da appena 9 tiri da due in otto gare (col 33%) ai 14 (col 64.2%) in sei. C’è, poi, Todor Radonjic , salito da 5 a 8 punti, da una valutazione media di 3 a una di 10 e dal 21.7% nel tiro dall’arco all’attuale 66.6%. Impetuosa, infine, la crescita di Lorenzo Benvenuti che prima segnava 5.2 punti a gara col 38.4% da due e nelle ultime sei viaggia a 9 punti con il 62.2% al tiro.

Anche a Rimini il discorso si può replicare. Le cifre e l’impatto di Simon Anumba sono in ascesa (da 4.7 punti col 39% da due a 6 punti col 43%), quelle di Stefano Masciadri non ne parliamo perché dai 6 punti e 4 rimbalzi col 28.5% dall’arco è passato a 11.6 punti, 6 rimbalzi e un pazzesco 65.2% da tre in sei partite. Sale di rendimento anche Meluzzi che ora segna 9.6 punti e tira con il 50% da due e il 40% nelle triple a fronte del 42.8% e 27.7% precedente.

Attenzione, però, perché se tutto il cast di supporto migliora, lo stesso vale per il faro Jazz Johnson, salito da 19.2 a 20.8 punti, da 3.5 a ben 6.2 assist e dal 34% e 40.7% nei tiri da due e da tre agli attuali 50% e 54%. Insomma, per l’Unieuro resta sempre lui il pericolo principale.

Divergenze

Sì, perché a differenziare il momento delle due formazioni è anche da dove queste traggono linfa. Forlì essenzialmente dalla difesa, che è passata a subire appena 68 punti a partita rispetto ai 71.2 precedenti. RivieraBanca, invece, segna di più, ma concede anche: da 75.7 punti subiti nelle prime otto ai 79.5 delle successive sei. È chiaro che il derby si deciderà proprio su questi aspetti. Rimini non deve concedere troppo ai padroni di casa e deve essere supportata da alte percentuali nel tiro da fuori. Sì, perché, specialmente dall’arrivo di Aristide Landi, la sua vocazione perimetrale si è accentuata: da 23.5 tiri da tre a partita nelle prime otto, ai 25 nelle successive sei.

L’Unieuro, che invece ha aumentato i rifornimenti sotto canestro, passando da 32.6 a 36.8 conclusioni da due a sera, dovrà invece tenere lunga la sua coperta: fare molta attenzione alla batteria di tiratori riminesi e al contempo non lasciare l’area preda dei muscoli e dei balzi di Derek Ogbeide e degli altri “mezzi lunghi” adriatici.