Basket A2, per Adrian e Sanford l'Unieuro fa rima con Serie A

Il giocatore di basket americano in Italia ha sempre qualcosa di mistico. Il discorso è invece portato all’ennesima potenza quando si parla di Forlì, dove le critiche per i giocatori d’oltreoceano sono pronte per essere servite come un piatto appena comprato in rosticceria. Dunque, senza troppi giri di parole, la scelta degli stranieri era la vera missione della coppia Martino-Pasquali in questa lunga estate di mercato. Dopo qualche peripezia, per mettere quel pepe in più all’attesa, ai nastri di partenza ci saranno Nathan Adrian e Vee Sanford, presentati ieri pomeriggio presso la sede di Bandini Casamenti. Il tutto mentre la temperatura e la tensione sale: domenica alle 20 all’Unieuro Arena arriverà a far visita Mantova per la prima di campionato. La caratteristica che accomuna i due Usa è senza dubbio l’ambizione e la voglia di vincere. Così in coro recitano. «Siamo qui per vincere e tornare in Serie A». Bello sentire come in altre culture gli obiettivi non si nascondono dietro profili bassi e scaramanzie. Poi continuano. «Crediamo nel progetto e abbiamo voglia di tornare dove abbiamo giocato l’anno scorso, nella prima lega italiana - sempre in coro -. Qui siamo stati accolti da una grande atmosfera e abbiamo trovato una grande organizzazione che ci mette a disposizione tutto quello di cui abbiamo bisogno. Vogliamo fare bene e vincere più partite possibili». Cambia la narrazione tra i due quando si arriva a descrivere le proprie caratteristiche personali, con qualche spunto mica da ridere. Ad aprire le danze è il lungo Nathan Adrian. «Sarà la mia seconda stagione in Italia e non cercavo nulla di diverso: amo questo paese e Forlì mi ricorda la cittadina americana nella quale sono cresciuto. Sono un lungo a cui piace aprire il campo con la possibilità di ‘poppare’ dopo il blocco ed aprire l’area. È importante la fisicità sotto canestro perché in A2 ci sono giocatori meno stazzati, ma molto più intensi». Sanford si racconta così. «Sono una guardia con la grande caratteristica di difendere forte su tutti. A Forlì cerco la continuità dopo una stagione a Pesaro dove ho faticato ha bilanciare la mia vita di padre e quella di giocatore. Non mi sono ancora fatto un’idea del tutto chiara del campionato che andremo ad affrontare, ma nei 10’ che sono stato in campo contro Cento ho visto un grande affollamento dell’area. È un basket meno atletico, ma più fisico dove i contatti fanno la differenza».

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