Basket A2: Penna, il, guerriero dell'Unieuro

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Prendi un pitbull che ringhia, togligli guinzaglio e museruola e lascialo libero: stai sicuro che si avventerà sulla “preda” e che sarà lei a cercare un modo per mettersi in salvo dal suo assalto. Lorenzo Penna nel primo tempo del derby di domenica contro l’OraSì Ravenna è stato un vero “molosso liberato” la cui vorace intensità ha permesso all’Unieuro di strappare e mettere all’angolo gli avversari. Il bello, per il play di Bentivoglio e per la squadra biancorossa, è che non è certo la prima volta in questo scorcio iniziale di stagione, che il suo impatto è di tale natura. A volte, come lui stesso afferma sorridendo, deve trattenersi, regimentarsi, perché... «la voglia di rivincita e riscatto, il desiderio di dimostrare che sono tornato e sono sempre io anche dopo il grave infortunio del novembre 2021 è talmente forte che devo trattenerla per non strafare». Comprensibile se si pensa a tutto quello che ha vissuto: il “crac” al ginocchio destro del 14 novembre «dopo che la mia stagione a Verona era partita davvero molto bene ed ero contentissimo», la lunga attesa dell’operazione avvenuta il 9 dicembre - «estenuante, non potevo fare nulla, è stato il periodo peggiore» - e poi il lungo lavoro di riabilitazione e recupero, fisico e psicologico i cui tempi sono stati, però, più rapidi del previsto. Ora Penna sta bene e schiuma desiderio di vivere la stagione forlivese come quella della riaffermazione. «In realtà non sono ancora in una condizione ottimale – precisa il play – durante la settimana devo ancora gestirmi per non sovraccaricare troppo il ginocchio, ma in partita ci arrivo bene e sono davvero felice che i tifosi apprezzino il mio modo di stare in campo». Quello di un cestista che sin da ragazzino si porta dietro la nomea di difensore arcigno, di giocatore coraggioso e con forte personalità e che all’Unieuro vuole non solo confermarsi tale, ma compiere ulteriori passi avanti nella direzione di un regista completo. «Io per essere aggressivo in attacco parto sempre dalla difesa e da questa prendo fiducia: non far segnare gli avversari ti fa sentire più tranquillo anche in avanti e questo vale per me da sempre e per tutta la squadra – spiega - In tutte le squadre di alto livello che puntano a vincere, non è importante quanto io stia in campo, ci saranno gare da 10 e altre da 25 minuti, decide il coach e io devo solo essere pronto per dare il meglio. Se posso ancora migliorare è nel trattamento di palla». Un percorso che va di pari passo a quello di una squadra che vince, ma deve ancora trovare continuità come anche il derby ha detto. «Domenica nel primo tempo avevamo fatto tutto bene: difesa, movimento di palla e buoni tiri. Nella ripresa non credo abbiamo preso Ravenna sotto gamba, è stata lei brava a metterci più energia e noi siamo andati in confusione in attacco e se l’abbiamo portata a casa va bene, ma di errori ne abbiamo fatti e non devono ripetersi». Soprattutto in fase offensiva, spiega l’ex virtussino «perché nei momenti clou, quando l’OraSì si era rifatta sotto, di buone difese ne abbiamo fatte davvero». Esatto, ma domenica c’è Nardò da sfidare sul suo terreno, una squadra affamata di punti, sicuramente battagliera. «Non si può sottovalutare nessuno, altrimenti sono dolori, ma è vero che c’è una bellissima chimica tra noi, l’ho percepita sin dal primo momento in cui sono arrivato e se c’è una ragione delle nostre cinque vittorie, forse è proprio questa».

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