Basket A2, Pasquali e le ferite Unieuro: “I rimpianti ci sono”

«Complimenti alla Vanoli Cremona per la promozione in serie A, se l’è meritata perché in quel momento e ripeto, in quel momento, si è dimostrata più pronta di noi e ha avuto la bravura di giocare tre gare una diversa dall’altra nel corso delle quali, ogni volta, ha saputo toglierci qualcosa. Ci abbiamo provato, ma le nostre energie fisiche non sono state sufficienti a riuscire a fare altrettanto: Cremona ne aveva di più».

Renato Pasquali descrive così parte delle ragioni che hanno determinato il coronamento del sogno serie A della Vanoli e lo sfumare di quello dell’Unieuro. Lo sguardo del dirigente biancorosso va più in profondità e più a ritroso nel tempo, le possibili concause del 3-0, sicuramente ingeneroso, patito dai forlivesi, si sommano l’una con l’altra.

«Bisogna riconoscere che dopo la conclusione della semifinale, loro hanno avuto quattro giorni in più per ricaricare le batterie fisiche e nervose e questo si è fatto sentire – spiega Pasquali -. L’alluvione e e sue conseguenze ci hanno fatto perdere ritmo a causa di giorni di sosta forzata che, poi, si sono ripercossi sulla serie finale. Sanford, dopo l’infortunio patito all’esordio nei play-off con Chiusi, si è allenato una settimana da solo e la condizione con cui si è presentato alla finale non era ottimale». Anche Lacey della Vanoli, però, rientrava da un problema fisico proprio con Forlì. «Vero, ma Cremona aveva giocatori come Denegri capaci di sopperire alle sue condizioni precarie, mentre noi abbiamo sempre fatto leva, in situazioni simili, sul gioco di squadra e non su singoli capaci di fare le veci degli assenti».

C’è un’altra considerazione

Forse la semifinale stravinta con Udine non è stata abbastanza allenante per l’Unieuro. «Ci sta, come può essere vero che il 3-0 su Chiusi ci abbia illusi. Quella era stata una vittoria di rabbia e disperazione dopo il dramma dell’alluvione, mentre Udine si è dimostrata molto meno squadra di noi e, soprattutto, ha giocato sempre allo stesso modo».

Difficile considerare questo un rimpianto. Ben più o sono certi episodi nelle due gare casalinghe con la Vanoli. «Principalmente l’essersi fatti rimontare troppo rapidamente dal +16 in garauno – sospira Pasquali – poi è ovvio che se nell’ultimo minuto Cremona infila due triple incredibili con Lacey in garauno e noi, nel match seguente, sbagliamo 4 liberi, allora capisci come nello sport decidano i destini ben poche cose».

Rabbia e squalifica

Garadue verrà ricordata anche per altro: l’arbitraggio discutibile e il colpo subito da Ursi all’uscita dal campo che ha causato due turi di squalifica del Pala Galassi da scontare in campionato (e non in Supercoppa) nella prossima stagione. Forlì ha presentato ricorso? «Sì, ma è stato respinto: ora con un nostro legale e, sulla base di materiale a nostra disposizione, stiamo valutando se valga la pena andare a un ulteriore grado di giudizio per provare a ridurre la squalifica, ma non so se ci saranno le condizioni».

Pasquali, comunque, ammette di essere molto arrabbiato in merito alla vicenda. «Lo sono eccome. Prima di tutto per il gesto, insano e inspiegabile, di un nostro tifoso che ho visto con i miei occhi, poi perché l’arbitro Ursi, sentito dai giudici, ha dato una versione dei fatti diversa da quella da lui stesso dichiarata in prima istanza nel referto. Ed è sulla base di questa mail da lui scritta su richiesta dei giudici che la squalifica di due turni è stata decretata».

Il futuro è già scritto

Ora la Pallacanestro 2.015 dovrà trovare una “casa alternativa” e distante almeno 100 chilometri da Forlì, dove giocare le prime due di campionato, ma Pasquali non si scompone e dice da dove la stagione 2023-2024 dovrà ripartire. «Da una grande fetta dei 4.600 presenti in garauno di finale, perché ce li siamo guadagnati e li vogliamo mantenere. L’immagine del time-out chiamato da Martino a un minuto dalla fine della terza gara di finale, deve rimanere scolpita nelle nostre menti. Un’emozione unica e indescrivibile, il riconoscimento a una squadra che ha sempre dato il massimo, il tributo che le hanno riconosciuto non solo i forlivesi, ma anche tutti i tifosi di Cremona con il loro applauso. Indimenticabile».

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