Basket A2, oltre 1.700 tifosi al Pala Galassi: Forlì ha sempre voglia di basket

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Dal 16 febbraio 2020 al 10 ottobre 2021: i 602 giorni più lunghi. Quelli che gli italiani hanno vissuto nella morsa della pandemia e che hanno tenuto la loro passione sportiva distante dai luoghi in cui lo sport si pratica per dare loro un beneficio chiamato gioia. Domenica questa lunga e drammatica parentesi non si sarà chiusa del tutto, ma un cerchio si sta chiudendo e tra l’ultimo match di campionato disputato al Pala Galassi alla presenza dei tifosi (Unieuro-Roseto del 16 febbraio dello scorso anno, appunto) e il primo con le porte parzialmente aperte, sono trascorsi 602 giorni. E l’effetto è stato emozionalmente forte per tutti: pubblico, giocatori, tecnici.
Forte come lo è stata la risposta alla chiamata degli appassionati forlivesi: 1.727 presenti sui 1.986 consentiti dalla norma del 35% sino a domenica in vigore, erano solo desiderabili, ma tutt’altro che scontati alla vigilia. Averli riportati all’ovile significa che la fiamma della passione, in città, non si è mai sopita e potrà rinvigorirsi ulteriormente ora che la capienza consentita sale al 60% e non appena arriveranno i match di cartello.

La domanda è una


L’Unieuro è già pronta a essere una squadra capace di attrarre entusiasmi vecchi e semmai nuovi? Quella vista con Fabriano è sulla strada per riuscirci, ma non è ancora la migliore versione di se stessa. Una squadra che ancora accende e spegne l’interruttore, ma che sta dimostrando di avere un valore aggiunto che anche nei migliori momenti della scorsa annata era difficile scorgere.
Forlì è lunga, la rotazione a nove di Dell’Agnello è un evidente vantaggio e questo si traduce, per le caratteristiche individuali dei suoi nuovi interpreti, in un potenziale offensivo superiore a quello che riusciva a esprimere nel campionato 2020-21.
Lo si è percepito nettamente domenica quando Fabriano ha messo sul tavolo una serie di difese tattiche che hanno rallentato la manovra e limitato la circolazione di palla dell’attacco biancorosso, ma se la stagione scorsa, quando questo succedeva, l’attacco ne risentiva eccome a partire dalla sua fonte (Roderick), ora la squadra di Dell’Agnello ha sempre trovato il modo di trovare una soluzione efficace o almeno plausibile. Si deve alla minore prevedibilità degli interpreti e, quindi, del gioco che sanno esprimere. E se in difesa l’Unieuro può e deve crescere perché alla resa dei conti è dietro che si vincono i campionati, è altresì vero che le carte da giocare nella metà campo altrui sono davvero tante e diverse tra loro.
Tutto questo verrà messo alla prova proprio dalle due prossime partite: Stella Azzurra Roma, con il suo atletismo che spesso è stato un fattore indigesto, e poi la trasferta a Verona che sa già di primo bivio della stagione.

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