La perfetta alchimia che si è creata nel gruppo biancorosso è quasi un affresco michelangiolesco che viene considerato sacrilego (e rischioso) intaccare. L’Unieuro, dall’alto della sua prima testa di serie nel tabellone Oro, “vede” la grande occasione di tornare in finale per la prima volta dal 1995.
È però proprio a quell’anno che si lega l’ultimo primo turno superato in A2 da Forlì. Da quel momento in poi, sempre eliminazioni premature e più o meno brucianti. Va da sé, allora, che lo sguardo non può andare oltre alle serie che scatterà domenica dal Pala Galassi (ore 19) contro l’Umana Chiusi. Bisogna infrangere il tabù in una serie al meglio delle cinque gare caratterizzata dalle motivazioni degli ex: Riccardo Bolpin nelle fila toscane, Luca Pollone e il vice coach Andrea Fabrizi, in quelle romagnole.
Cinciarini e compagni arrivano lanciatissimi, cinque fragorose vittorie a fila, ma Chiusi non scherza perché pochi avrebbero scommesso tre settimane fa, sulle sue possibilità di agganciare la post season. E, invece, è successo, non solo grazie alle doti realizzative di Medford, ma a un Daniel Utomi in gran spolvero (16.8 punti di media col 48% da tre nella seconda fase). Favoritissima, comunque, l’Unieuro e in semifinale ci sarebbe il grande bivio contro la vincente di un infuocato derby friulano tra l’Apu Udine che attende di inserire un centro statunitense e la rivelazione Cividale. Sarebbe questa la vera prova del nove. Superarla renderebbe la finalissima un grande evento in cui tutto, ma proprio tutto, potrebbe succedere.
E chi potrebbe affrontare l’Unieuro? Teoricamente la Vanoli Cremona, che però ha un insidioso primo turno con Agrigento e si troverebbe poi davanti all’incognita di quale aspetto avrà la vincente del derby tra due squadre che si sono appena auto-corrette come Cento e Bologna. Insomma, poche certezze. Come sempre nei play-off.
Basket A2, l’Unieuro ha un gruppo che è un affresco
