Basket A2, l’Unieuro deve chiuderla subito

Se Udine abbia davvero staccato la spina per concentrarsi su garatre di domani già a metà del terzo periodo della sfida di domenica al Pala Galassi o meno, lo dirà solo il futuro della semifinale ed è comunque una questione di lana caprina. Lo è perché di fatto anche l’Unieuro dopo la sirena del 30’ ha fatto lo stesso e le sono bastati poco più di 25 minuti per mettere in chiaro quanto, almeno nelle prime due partite, sia stata netta la sua superiorità mentale e organizzativa.

I primi 80 minuti importanti

Due partite, il che non significa assolutamente che questa realtà di fatto consegni già ai biancorossi il pass per la finalissima contro la Vanoli Cremona. Nel basket la direzione del vento è sempre mutevole come in mare aperto e per non trovarsi d’improvviso arenati, bisogna sapere orientare le vele capendo che al “Carnera” sarà necessario dimostrare di essere bravi a navigare anche di bolina. Forlì può farlo, lo ha già fatto tante volte in questa sua meravigliosa annata e ci proverà domani. Con tanti tifosi a seguirla in Friuli e tantissimi altri che torneranno a gremire il Cineflash di Forlimpopoli.

Il tifo, a bordo campo e a distanza, non mancherà, dunque, all’Unieuro che sinora sta vincendo la sfida con l’Apu proprio su uno dei terreni preferiti degli avversari. Uno di quei campi sui quali Udine doveva trovare e fare valere dei vantaggi e che, invece, ha visto ribaltarsi tutte le previsioni, i ruoli e i valori ipotetici.

I presunti vantaggi di Udine

È il terreno della fisicità sul quale per centimetri di lunghi, mezzi lunghi ed esterni, muscoli e doti atletiche, la formazione bianconera doveva primeggiare. Sta accadendo l’esatto contrario perché Udine questo vantaggio non riesce a farlo valere né in difesa (dove l’area è preda dei centri e delle penetrazioni degli esterni biancorossi), né in attacco dove il solo Ethan Esposito sta mostrando continuità di rendimento. Le statistiche delle prime due gare sono una fotografia perfetta di quanto la serie sta dicendo sotto questo aspetto.

Cosa dicono i numeri

L’Unieuro, che pure dall’arco scrive un modestissimo 22.9%, sta vincendo grazie a una miriade di conclusioni in più dell’avversaria: 150 contro 118. Perché succede? Per due ragioni. La prima è il bassissimo numero di palle perse, solo 16 in due match contro le 27 degli ospiti; la seconda sono i rimbalzi: 94-76 il bilancio e soprattutto 28-10 quello delle carambole offensive. Il 31% degli errori al tiro dei biancorossi, vede seguire la conquista di un rimbalzo d’attacco. È una percentuale elevatissima in sé, tanto più se confrontata col 15% di Udine. Soprattutto, però, l’Unieuro massimizza queste seconde opportunità, realizzando 36 punti da secondi tiri contro gli appena 8 dei suoi avversari. Una differenza abissale che mostra tuta la differenza di intensità ed energia che c’è tra le squadre.

L’area che doveva essere conquistata dalla Old Wild West, è invece possedimento forlivese: 78 punti in due gare segnati dentro il “pitturato” contro i 60 dei friulani. Il resto la fa l’apporto della panchina, aspetto sul quale ormai Forlì primeggia da inizio campionato: 70 punti firmati da chi subentra contro 38. Confermare queste tendenze o vederle sovvertite: il futuro della semifinale passa da questo.

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