Basket A2, l'Uniero sa reagire agli schiaffi presi

Archivio

L’esame più importante e probante cui l’Unieuro era chiamata dopo il “ceffone” di Verona, è stato superato. Bene, perché ogni gara va sempre inquadrata nel momento in cui il calendario la propone e il biglietto da visita con cui Scafati si era presentata al Pala Galassi era quello da capolista imbattuta, forte del migliore attacco e della seconda migliore difesa del girone. Eppure i campani non sono riusciti a dare corpo alla partita che avevano in animo di sfoggiare in Romagna, sono stati avanti nel punteggio appena 47 secondi nell’arco dei 40 minuti e, per larghi tratti, anche sopra la doppia cifra di svantaggio.
Chi, invece, è riuscita a proporre ciò che aveva preparato a tavolino è stata la squadra di Dell’Agnello le cui scelte difensive hanno pagato eccome portando gli avversari a snaturare in parte il proprio gioco e ad affidarsi a soluzioni non abituali. Da qui i tanti errori, non compensati dai 19 rimbalzi offensivi catturati e una gara sempre a rincorrere. Minacciosa, ma mai abbastanza da mettere seri brividi ai biancorossi.


L’esame è superato

Sì, ma adesso ne arriveranno altri, importanti in egual misura come la trasferta sul campo di Ferrara che vive un momento opposto a quello della Givova, ma forse proprio per questo, più pericolosa come spesso lo è una “belva” ferita, nel fisico e nell’orgoglio. Al suo cospetto si presenterà una Unieuro che le insicurezze di un mese fa deve per forza essersele scrollate di dosso, deve averle rinchiuse nel cassetto. Il successo di domenica può rappresentare la vera svolta di un campionato ancora lunghissimo e che può solo aprire prospettive importanti se i biancorossi sapranno cogliere i segnali di questo frangente della propria stagione.


Segnali positivi ma non solo

Efficacia difensiva, i black-out limitati in frequenza e durata, la costanza di Hayes come terminale, la sicurezza che anima Bolpin, la ritrovata presenza della coppia Bruttini-Benvenuti. Segnali anche meno positivi, però, da cui trarre stimolo per capire quanto ampi siano i margini di crescita. Parliamo soprattutto di attacco, che “pur si muove”. Ancora troppi gli alti e bassi di alcuni elementi della rosa, da Palumbo a Pullazi sino a Carroll che ha dato segnali nella ripresa del match con Scafati, ma che è appena all’imbocco della strada che deve percorrere per diventare un fattore.
Parliamo soprattutto di un dato che Forlì deve migliorare a tutti i costi: il rapporto tra assist e palle perse. Dopo 7 turni quello dei biancorossi è 0.79, ossia 12.3 assist di media a fronte di 15.4 palle perse. Il rapporto è analogo a quello di Latina ed è il terzultimo del girone rosso. Peggio fanno solo Eurobasket (0.72) e Fabriano (0.64). Limitare le palle perse e muovere di più il pallone sono le chiavi per migliorare in questo indicatore.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui