Sarà una sfida zeppa d’incroci fra allenatori e giocatori che a Ravenna e Forlì hanno lasciato un segno. Nella lista per la gara al Pala Galassi coach Martino, Cinciarini, Gazzotti, Petrovic e Musso, mentre Luigi Sergio dovrà seguirla sul web alle prese ancora con la riabilitazione dopo l’operazione al tendine di Achille.
«Sto ancora seguendo il programma di recupero – racconta Sergio – che secondo le previsioni mediche mi permetterà, nel giro di un mese, di tornare in campo. Se a quel punto qualche squadra sarà interessata a me sarò felice di rimettermi in gioco».
Sergio visto a Forlì
In qualità di doppio ex Sergio ricorda poi le sue esperienze in Romagna. La prima, nel lontano 2013-14, con la canotta forlivese. «A quel tempo la società era in grande difficoltà e aveva puntato moltissimo su tanti giovani che cercavano il loro spazio in categoria. Ricordo bene che dopo un inizio difficile, nel corso del campionato siamo riusciti a essere più competitivi. Però quella era una squadra priva di esperienza per affrontare quel campionato e a fine stagione arrivò la retrocessione. Al di là del risultato del campo fu un’esperienza positiva perché mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco, anche se a livello di squadra eravamo dietro a tante».
Quella squadra ricorda l’OraSì?
Uno scenario simile a quello dell’attuale roster ravennate. «Mi auguro che la conclusione di questo nuovo corso non sia analogo a quello forlivese e che coach Lotesoriere riesca a dare la giusta quadratura al gruppo. Ho saputo che ci sono stati cambiamenti in società, ma spero e credo che la situazione sia migliore di quella che a suo tempo portò la Fulgor al fallimento. Faccio un grosso in bocca al lupo perché riesca a salvare la categoria».
Sergio visto a Ravenna
Il giocatore campano non può che avere ottimi ricordi della sua esperienza ravennate perché fece parte di un gruppo che nel campionato 2019-20 dominò largamente la stagione vincendo entrambi i derby con Forlì. E le due squadre, alla pausa forzata del Covid, erano prima e seconda. «È stata una bella esperienza perché si era trovata una chimica incredibile ed era stato indovinato un po’ tutto: i giovani su cui puntare, i giocatori di esperienza, alla guida un grande Cancellieri e il preparatore Poma che ci aveva portati a una condizione atletica straordinaria. Un ambiente, quello ravennate, di cui conservo un bellissimo ricordo sia a livello di relazioni sociali sia a livello lavorativo e se non ci avesse fermato il Covid chissà come sarebbe andata a finire».
La carriera di Sergio è poi proseguita a Scafati e Cantù, logico che Ravenna sia stata il suo trampolino di lancio per inseguire traguardi importanti con società ambiziose. «Penso sia fondamentale per tutti avere delle aspirazioni e nel mio caso Ravenna ha dato solidità a quello che era successo l’anno prima con Bergamo che fu la super sorpresa del campionato arrivando in semifinale. Scafati e Cantù sono state squadre di primissima fascia dello scorso campionato, ma l’infortunio dello scorso febbraio mi ha costretto a una brusca frenata e vorrei riprendere da dove avevo lasciato».
Intanto Sergio prova a giocare in anticipo il derby dell’Unieuro Arena. «Forlì è una realtà solida che ha ambizioni ed è partita nel modo migliore, riuscendo da subito a trovare una buona chimica. A livello generale, Udine appare più attrezzata dell’Unieuro che però giocherà un torneo di altissimo livello, anche se società e allenatore sono giustamente partiti senza fare troppi proclami. I giocatori sono forti, a partire da Cinciarini che sappiamo bene che se si accende può essere devastante, ma in generale sono tutti elementi validissimi in questa categoria per cui il pronostico è nettamente in suo favore, anche se non ho dubbi che Ravenna cercherà di rovesciarlo».