Basket A2 donne, Simona Ballardini a tutto campo: « Io, il basket e la politica»

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DI GIOVANNI MORINI

Simona Ballardini si gode il primato della sua E-Work Faenza, in attesa dei play-off che scatteranno il 12 maggio. La vittoria contro Valdarno ha sancito il primo posto matematico, a due giornate dalla fine della stagione regolare. La capitana ha festeggiato assieme alle compagne: la soddisfazione e l’entusiasmo sono alle stelle, ma il difficile arriva adesso.


Dopo una stagione vissuta ininterrottamente al primo posto, la promozione è un obiettivo quasi obbligato.

"Beh, arrivate a questo punto è impossibile non crederci. Non sarà affatto facile, perché ci sono squadre attrezzate e ambiziose, ma noi faremo di tutto per centrare il traguardo. Per quanto fatto finora, l’A1 ce la meriteremmo, ma il bello e il difficile arrivano adesso".


Quali avversarie teme maggiormente?

"Coach Sguaizer ha detto che eviterebbe volentieri Patti per risparmiarsi una trasferta proibitiva… La Spezia e Umbertide sono andate a sprazzi, ma sono forti. Brescia, da matricola, è stata una rivelazione. Ma non si deve sottovalutare nessuno. Patti, oltre che difficile da raggiungere, ha anche una bella squadra, con diverse giocatrici di esperienza. Sarà una bella lotta".


Il primato vale il fattore campo, elemento importante anche se forse rivedremo il pubblico solo nell’eventuale serie finale (6, 9 e 13 giugno). Per i quarti (12, 16 e 19 maggio) e le semifinali (24, 27 e 30 maggio) al momento le porte dei palazzetti sono destinate a restare chiuse.

"Tutti sanno quanto sia trascinante l’affetto dei nostri tifosi. Speriamo di poterli riabbracciare. Senza di loro, il fattore campo aiuta solo fino a un certo punto. Abbiamo dimostrato di saper vincere anche a porte chiuse, ma è un dato di fatto che noi e il pubblico ci “carichiamo” a vicenda. In ogni caso, sappiamo che per conquistare l’A1 dobbiamo farci il “mazzo”.


Lo sport in generale e il basket femminile in particolare non se la stanno passando bene. Il virus ci ha messo il resto: in A1 Vigarano e San Martino si sono ritirate, ma i problemi si moltiplicano al di là dell’aspetto sanitario.

"La situazione è molto complicata già da diversi anni e la pandemia l’ha ulteriormente e rapidamente aggravata. Gli sponsor sono sempre meno, le società e i presidenti fanno tanti sacrifici per tirare avanti. Il risanamento è possibile solo se si parte dall’alto. I vertici, dalla Federazione alla Lega, non stanno facendo granché. Il rilancio deve partire dai settori giovanili".


Dallo scorso settembre lei è consigliere comunale a Faenza con il Pd. Con 353 preferenze ottenute, è stata tra le più votate in assoluto ed è diventata presidente della Commissione consiliare “Cultura, istruzione e sport”. Come giudica l’esperienza?

"Per adesso sto guardando e sto ascoltando molto. Devo capire, conoscere. Sto imparando. Di sicuro, fare politica non è una cosa semplice. Come nella pallacanestro, anche lì ce la metterò tutta per fare il meglio possibile".


Donne, sport e professionismo. A che punto siamo?

"Al punto zero. E’ un argomento che mi fa arrabbiare molto. Delle donne, delle parità tra i sessi si parla tanto, ma si fa poco, soprattutto nello sport. Io ho fatto 25 anni di serie A e non sono professionista, così come tutte le mie “colleghe”, di qualsiasi disciplina. Federica Pellegrini, che è stata la testimonial dell’Italia alle Olimpiadi e ha vinto tantissimo, non è professionista. Non mi sembra una cosa normale. Manca la volontà di affrontare il tema".


Lei ha compiuto da poco 40 anni. Per quanto vorrà giocare ancora?

"Fino a quando le donne non diventeranno professioniste. Cioè, almeno per altri 40 anni…"

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