Basket A2, Denegri: "OraSì, adesso serve qualcosa in più"

Un commiato dal De André in salsa agrodolce per l'OraSì. Contro la prima forza del girone i giallorossi hanno messo in campo tutte le proprie armi ma contro Scafati, capace di schierare dieci giocatori-dieci, non c'è stato nulla da fare e gli applausi dei 2000 tifosi sono stati il premio al posto del “referto rosa”.

Sbavature e particolari

Sono state queste le chiavi in negativo della sconfitta e non è bastata l'ennesima prova di grandissima sostanza di Davide Denegri, fresco di titolo di miglior giocatore del mese di marzo del girone Rosso che gli verrà consegnato la domenica di Pasqua al PalaCattani di Faenza in occasione della prima partita dell'orologio. «Da qui alla fine del campionato - analizza “Deg” - l'asticella della difficoltà sarà sempre più alta e dobbiamo tutti fare qualcosa in più, prestare la massima attenzione soprattutto ai dettagli e domenica questo non è successo. Sapevamo di dover limitare il numero di palle perse e concedere pochi rimbalzi offensivi e invece queste sono state le chiavi in negativo».

Denegri riconosce la forza della capolista. «La loro qualità assoluta ha permesso alla Givova di segnare canestri difficili nel momento decisivo. Quando hai una squadra di dieci giocatori e ognuno quando entra può portare un contributo importantissimo che non fa rimpiangere l'ipotetico titolare, allora per quella squadra tutto è più semplice anche a livello di gestione degli sforzi. Ovviamente dispiace molto per la sconfitta davanti al nostro numeroso pubblico, ma allo stesso tempo sappiamo che dobbiamo crescere e migliorare in quei particolari che nelle partite come quella di Scafati, come il derby di domenica prossima a Forlì, poi la fase a orologio e i play-off, possono sempre fare la differenza a questi livelli».

Metro arbitrale

Il coach giallorosso Lotesoriere non le ha mandate a dire nel dopo-partita e durante i 40’ sono arrivate proteste e un tecnico alla panchina romagnola. L’esterno piemontese entra così sull'argomento. «È stata una partita molto fisica, dura, contro una squadra grossa e atletica. A volte il metro arbitrale indirizza la partita in una determinata direzione, ma le mani addosso sono state sia le nostre che le loro e non ci sarà, anche in questo caso, nulla di diverso da qui alla fine».

Un premio da condividere

L'ultima analisi è proprio a riguardo del premio ottenuto. «Sono molto felice ma le prestazioni individuali nascono sempre dal lavoro fatto in palestra e dal collettivo sul campo ed è quindi da condividere tra tutti».

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