Basket A2, Cancellieri: «Voglio portare Ravenna in A»

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Una partenza complicata, il momento più difficile con cinque sconfitte consecutive, l’avvicendamento degli stranieri, il cambio di passo e l’uscita combattuta al primo turno di play-off, dopo 13 vittorie nelle ultime 19 uscite, ad opera di Tortona. Si può riassumere così la seconda stagione di Massimo Cancellieri alla guida dell’OraSì, profondamente rinnovata, con la soddisfazione di tanti obiettivi centrati e qualche amarezza.

Cancellieri e i giovani

La grande scommessa è stata puntare su tre under nel quintetto di partenza con il tecnico teramano che spiega così il rapporto con Denegri, Simioni e Oxilia. «Avevamo bisogno – spiega - di fare scelte delicate, anche dal punto di vista economico, ringiovanendo la rosa e puntando su giocatori che potessero fare il salto di qualità con minutaggi importanti tra i primi cinque, anche per vincere il premio per la loro valorizzazione. L’obiettivo in questo caso è stato centrato, anche se all’inizio e fino ai mesi di dicembre o gennaio, molti di loro mi guardavano come fossi uno marziano disceso da un altro mondo: poi hanno capito il mio modo di vedere la pallacanestro, i miei giudizi, i i miei rimproveri, e hanno cominciato a fare esattamente quanto gli era stato chiesto. Tutti sono migliorati in linea di massima, lo ha fatto Vavoli, meno Maspero. Creare questo gruppo di nove giocatori che entrassero nelle rotazioni doveva permettere alla nostra bocca da fuoco principale, Cinciarini, di poter essere decisivo come punti nei 22-23 minuti che mi ero prefissato di utilizzarlo di media. “Cincia” non smetterà mai di essere decisivo, se dovesse migliorare ancora sarebbe da Nba anche a 38 anni».

Cancellieri e gli stranieri

Per la prima volta nella breve storia di Ravenna nei campionati con gli stranieri, il sodalizio di viale della Lirica ha avvicendato un atleta da oltre confine. «James l’ho fortemente voluto perché lo pensavo il giocatore di sistema giusto per le caratteristiche dell’organico che avevo approntato – prosegue Cancellieri – che ci garantisse un determinato rendimento, 14-15 punti di media, con qualità. Purtroppo non è stata una scelta felice, noi non siamo stati in grado di utilizzarlo nel modo migliore mentre lui non ci ha dato la mano sperata. Per questo è arrivato l’avvicendamento che è stato una serie di fortunati eventi. Il budget a disposizione era di fatto quello che rimaneva dal contratto di James, abbiamo avuto la fortuna di trovare Rebec che si stava svincolando, con caratteristiche da playmaker che rispecchiava l’orientamento che ci eravamo prefissati a quel punto. Lui ci ha preso per mano e ci ha portati in alto, dove siamo arrivati alla fine. Ho letto critiche nei suoi confronti su tanti tiri forzati ma sono state ingiuste: lui si prendeva quei tiri o quelle responsabilità nel momento in cui chi era preposto a prendersele non lo faceva. Pure Givens è stato un elemento molto importante, anche in quelle partite in cui il suo rendimento in punti non era quello magari che ci si sarebbe aspettato lo compensava con dieci rimbalzi e/o giocate difensive importanti che non vanno a referto».

Cancellieri e il futuro

La stagione è terminata da dieci giorni ed è d’obbligo lo sguardo al futuro. «A Ravenna mi sto trovando bene, con una società a dimensione familiare, con un presidente che non mi ha esonerato dopo quelle cinque sconfitte consecutive. Sono però in scadenza di contratto e non sono ancora stato contattato per un rinnovo, come del resto non sono stato contattato da nessun altro club. Purtroppo in questo momento non vedo una visione chiara di quello che sarà il futuro, viste anche le incertezze economiche. La mia visione è molto ambiziosa, portare la squadra che alleno in serie A, se qui ci fosse o ci sarà la stessa visione tanto meglio, rimarrei molto volentieri, in caso contrario la mia carriera proseguirà altrove».

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