Basket A2, c'è tanto di buono in questa Unieuro

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Alla fine quello che conta è sempre e solo il risultato e l’Unieuro dal confronto di Ferrara è uscita senza punti in mano, passando dall’esaltazione alla disperazione in un batter di ciglia come, nella sua romanzesca storia, tante altre volte è successo alla prima squadra cittadina di pallacanestro. Anche in occasioni ben più importanti. Basti pensare a Kenneth Viglianisi pochi mesi fa e al suo canestro da metà campo in garauno con l’Eurobasket Roma che ha indirizzato sfavorevolmente tutta la serie play-off del 2020-2021.

Oltre la sconfitta

In questi casi è normalissimo che delusione e rabbia creino un amarissimo calice da deglutire e che ci si potrebbe sbizzarrire a contare i momenti in cui la squadra di Dell’Agnello ha lasciato sul campo occasioni d’oro che il canestro sulla sirena di Pacher ha punito fatalmente. Sì, perché al di là dei due tiri liberi falliti da Bolpin a 7” dalla sirena conclusiva, i biancorossi hanno peccato di ingenuità o di scarsa lucidità in tante altre situazioni.

A partire dal rimbalzo offensivo concesso allo stesso Pacher da Rei Pullazi che, per istinto, è andato a contrastarlo commettendo anche un pesante fallo per il 75-76, ma senza scordare l’eccesso di cronometro in testa con cui i romagnoli hanno attaccato nelle due azioni precedenti o un contropiede gettato alle ortiche da Carroll sul 67-71.

Il mea culpa va recitato, quindi, ma una lettura più profonda della partita deve portare anche a considerare il modo in cui quel secchio di latte a cui è stato sferrato il calcio, era anche stato precedentemente riempito.

Una differenza abissale

Quella tra l’Unieuro di domenica e quella della già citata partita play-off con l’Eurobasket sta nella diversa parabola delle due squadre. In primavera arrivava una squadra in affanno ed evidente involuzione, a Ferrara si è vista per 25 minuti la miglior squadra di tutta la stagione. In più la reazione al momento migliore degli estensi, quella che ha portato la Top Secret a ritardare la rimonta e l’aggancio, a guadagnarseli tutti, e poi, una volta compiuto sul 65-65, a darle un’altra spallata che sembrava decisiva con la tripla di Bolpin del 72-76, indica una formazione in crescendo di convinzione e di sicurezza in se stessa.

Non è stato sufficiente per guadagnare una vittoria che Forlì avrebbe dovuto far sua, perché ancora ci sono limiti e ritardi che rendono questo flusso intermittente, ma con uno sguardo prospettico i biancorossi restano una squadra in ascesa che non deve accusare il colpo compiangendosi su una battuta d’arresto pur dolorosa. Farlo interromperebbe chiuderebbe la strada imboccata, invece su questa bisogna proseguire. Certo, col ritorno di Hayes non ci sarà più il Carroll del primo tempo di domenica, ma una mezza via tra Ferrara e i match di ottobre è possibile ora che un po’ di fiducia può averla incamerata. Quella che a Ferrara ha ritrovato anche Palumbo e di cui ha tanto bisogno Pullazi.

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