Basket A2, Adrian e l'Unieuro: "Take me home, country roads"

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Esistono tanti inni paralleli a quelli nazionali e se domenica, nel derby tra OraSì Ravenna e Unieuro Forlì, quel “Romagna Mia” che invero unisce tutto il nostro territorio è stato scandito dai tifosi biancorossi a fine gara per suggellare l’appropriarsi in campo del primato territoriale, ce n’è un altro che, da adesso, può essere da loro parafrasato se non altro come auspicio. È l’inno di tutti i figli di un’altra terra, lontana ma con la stessa, forte identità di quella romagnola. È “Take me home country roads”, la canzone di John Denver che rappresenta l’orgoglio di chiunque sia nato e cresciuto in West Virginia come Nathan Adrian, l’eroe del derby con i suoi 32 punti. Lui, che l’appartenenza al suo stato l’ha persino tatuata su una spalla (“If I wake in West Virginia, I have won”, ossia “Se mi sveglio in West Virginia, ho vinto”), sta vincendo anche in Romagna e ora ogni forlivese gli è idealmente davanti a chiedergli “Take Forlì home, please”: porta Forlì a casa, in serie A.

Prestazioni come quella di domenica, a un passo dal suo record di 33 scritto nel 2021 in Ucraina, non saranno la regola, ma è un Adrian che ha fatto capire che il suo livello non è solo da A2. «Nelle ultime partite - dice l’ala-pivot di Morgantown - non eravamo stati perfetti, soprattutto in difesa ed era importante giocare un derby intenso e continuo, per noi stessi e anche per i nostri tifosi. Sapevamo che dovevamo giocare a tutta contro una squadra che ultimamente si era espressa molto bene e ci siamo riusciti. Siamo stati bravi a interpretare il match lavorando su aspetti tattici come i miss match e l’attacco sui cambi e su avversari più piccoli. Il piano ha funzionato».

Ed è proprio su questo che anche Adrian ha costruito la sua gara monstre: «Di essere andato a un soffio dal record personale me lo ha riferito martedì il nostro preparatore atletico Carlo Marani: durante la partita non ci pensavo. Sono molto orgoglioso di essere stato protagonista a beneficio della squadra perché ultimamente non mi ero espresso come avrei voluto. Ne abbiamo parlato con il coach che mi ha chiesto maggiore impegno e di indirizzare le partite non solo con il mio tiro, ma anche in altri modi perché, pur in una squadra come la nostra con tanti buoni giocatori, noi americani dobbiamo spostare gli equilibri e metterci alla guida. E’ stata una bella giornata, ora spero di trovare continuità su questi livelli».

Sulla base delle richieste di Martino, d’ora innanzi sarà possibile vedere un Adrian leggermente diverso, con più presenza in area... «Farò del mio meglio, ma forse sto abituandomi bene adesso a un campionato che è di livello ancora più alto di quanto mi aspettassi pur arrivando dalla serie A. Sto capendo sempre di più di me stesso e dei modi in cui posso influenzare le partite. Spero di continuare a migliorarmi per riuscire a guidare l’Unieuro durante tutta la stagione».

Forlì è consapevole delle sue qualità sin dall’inizio, a detta del “Mountaineer”, ma con un punto di svolta preciso: «Sapevamo di poter essere una bella realtà e abbiamo subito iniziato a giocare bene, ma è nelle tre sconfitte consecutive che ci siamo uniti: abbiamo capito che dovevamo giocare come squadra, l’uno per l’altro e da dicembre in poi, con un calendario difficile, abbiamo quasi sempre vinto. Dove arriveremo? Difficile da dire, vogliamo chiudere la stagione bene e poi essere al meglio, anche fisicamente, ai play- off. E’ lì che serve essere al top». E chissà che “Romagna mia” diventi per Nate Adrian anche Romagna sua.

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