Basket A1 donne, E-Work: marzo diventa un mese molto delicato

Caduta libera. Dopo aver accarezzato l’idea di raggiungere l’ottavo posto, la E-Work (12 punti) è piombata all’undicesimo, in piena zona play-out, staccata da Crema (16) e superata da Moncalieri (14). Non era certo il derby con la Virtus Bologna la gara che avrebbe dovuto rilanciare le quotazioni manfrede, il problema è che le dirette concorrenti hanno ripreso a pedalare. In particolare, Crema, che battendo San Martino di Lupari ha strappato proprio alle venete l’ottava piazza. Alla fine della stagione regolare mancano cinque giornate e il calendario della E-Work non è dei più semplici. Sarà un marzo particolarmente caldo. Si parte sabato sera con l’insidiosa trasferta di Ragusa: è vero che le siciliane, anche dopo l’arrivo di coach Lino Lardo, stanno procedendo a corrente alternata, ma sono comunque un gradino sopra le faentine. Nel turno infrasettimanale dell’8 marzo, arriverà al Bubani il Geas Sesto San Giovanni, altra squadra certamente più forte della E-Work, ma contro cui te la puoi e te la devi giocare. Assolutamente cruciali le sfide del 12 a San Martino di Lupari e del 19 a Faenza contro Crema: due domeniche di passione, due scontri diretti da non fallire. La chiusura è il 26 marzo a Lucca, con le toscane che teoricamente potrebbero essere rientrate nel giro.
Indipendentemente dalle avversarie, in questo rush finale Faenza dovrà ritrovare compattezza e serenità. Domenica scorsa a Bologna, dove la Virtus ha lasciato a riposo le stelle Zandalasini e Dojkic, le manfrede sono rimaste pienamente in partita per più di metà gara, appoggiandosi alla solita Kunaiyi-Akpanah (21 punti e 15 rimbalzi). I problemi di falli della lunga nigeriana (Campisano è ancora indietro) e l’indisponibilità di Policari (bloccata dalla tendinite, in forse per Ragusa) hanno inevitabilmente compromesso le sorti romagnole, anche perché solo Hinriksdottir ha chiuso in doppia cifra (10 punti).
È dura tirare avanti così, ci vogliono più pericolosità, più incisività, più protagoniste. A cominciare da Jori Davis, perché da troppo tempo la E-Work sta regalando la sua americana: la newyorkese dovrebbe fare la differenza e invece si eclissa. L’inversione di tendenza è d’obbligo, adesso o mai più.

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