Baseball, San Marino batticuore: lo scudetto in una notte

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SAN MARINO - Era la sera del 24 agosto 2012 quando il doppio di Imperiali fece correre a casa base Chapelli, San Marino vinse partita (5-4) e scudetto (4-2 nella serie) contro Rimini. Da quel giorno, prima di lunedì sera, i titani non erano più riusciti a vincere una partita casalinga nelle finali scudetto.

Nel 2013 le persero entrambe a Serravalle prima di ribaltarla allo Stadio dei Pirati, nel 2017 stesso discorso: Rimini ne vince due a San Marino e poi fa “cappotto”. L’anno passato Bologna vinse il titolo chiudendola sul Titano e quest’anno le prime due partite giocate in Repubblica erano andate alla Fortitudo. Ora che questo tabù è stato spezzato, bisognerebbe abbatterne un altro: vincere uno scudetto battendo in finale Bologna. Cosa che finora non è mai riuscita a San Marino, sempre ko con la “F” nelle finali tricolori, 2005, 2009, 2019.

Nell’era play-off quella di stasera alle 20 a Serravalle (Fortitudo home-team la genialata...) sarà la “bella” numero 13, le due finaliste ne hanno giocata una, nel 2005. Vinse Bologna trascinata dai 15 strike-out di Matos, nel line-up c’era l’attuale manager Daniele Frignani, mentre in quel San Marino il lead-off era Gigi Bissa, ora presidente Fortitudo. E sul monte salì anche per una ripresa l’allora ventenne Alessandro Maestri, in procinto di iniziare la sua super carriera. Stasera non ci sarà Matos sul monte bolognese ed è già una buona cosa, ci sarà Brolo Gouvea: sarà il pallido partente preso a “legnate” in garauno, o l’intoccabile pitcher che in garaquattro ha concesso una valida e mezzo al line-up di Chiarini? Se Brolo andrà lungo, lo staff bolognese andrà poi con Bassani anche perchè il cubano Leyva sembra già tornato in Spagna.

Ecco, San Marino dovrà evitare di essere sotto quando il closer ex Novara e Rimini salirà sul monte. Chi lancia per i titani? La logica direbbe un italiano. Il favorito è Maestri, 77 lanci venerdì nella sciagurata garacinque: avrà recuperato di braccio e di testa? Poi Garbella, 45 lanci sabato sera, è da un po’ che non fa il partente. Chi resta altrimenti? Kourtis di professione rilievo e il giovane Ercolani che ha il vantaggio di vivere con spensieratezza una finale scudetto. San Marino è arrivato a garasette e con tutto quello che è successo non era scontato, ma in questo momento chi può mangiarsi le mani è proprio la squadra di Chiarini. Bologna infatti ha perso le partite che doveva perdere: non l’ha mai vista con Solbach, l’ha vista poco con Baez sia al Falchi che a Serravalle dove non poteva certo pretendere di vincere uno scudetto con la coppia Scotti-Zotti in pedana. San Marino invece ha buttato via garadue avanti 4-1 al secondo e soprattutto l’ormai famosa garacinque, che se vinta, avrebbe costretto Bologna a giocarsi subito Brolo lunedì.

La chiusura con un dato, i titani nel box continuano a sfruttare pochi inning: escludendo garauno, nelle altre partite hanno segnato i loro punti (23) in sole 7 riprese su 34 attacchi disponibili. Nella “bella” servirà qualcosa in più.

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