Baseball, il ritorno di Bindi e il trionfo di San Marino - Gallery

Sarà anche fin troppo semplice, quasi scontato, affermare che San Marino è tornata a vincere nell’anno in cui Doriano Bindi ha ripreso il suo posto di manager nel dug-out. Sarà semplice ma è così. «Sono molto contento per la società – afferma Bindi – perché era da tanto che puntava alla vittoria del campionato e questo scudetto se lo merita. La chiamata lo scorso inverno mi ha fatto piacere, poi però bisognava lavorare sul campo, io sapevo di avere in mano una formazione forte e competitiva».

Il tecnico neo scudettato, gelato da un secchio d’acqua versatogli addosso da Pulzetti, sa bene che il netto successo di garaquattro è figlio di una serie di prestazioni convincenti. «Tutti hanno dimostrato una gran voglia di vincere, il merito di questa squadra è di avere affrontato ogni turno in battuta con tanta pazienza, concentrazione e determinazione. Anche quando è arrivata l’unica sconfitta di queste finali, ce la siamo giocata alla grande, sfiorando la rimonta pur partendo dallo 0-6 del primo inning».

E’ stata una stagione stranissima, dove si sono giocate pochissime partite decisive, per questo non si poteva sbagliare. «Proprio per questo è stato un campionato ancor più difficile da affrontare, la Poule Scudetto metteva in palio un solo posto per la finale e noi siamo stati bravi ad andare a ipotecarla con la doppietta di Nettuno. Alla fine abbiamo perso due sole partite sulle ventotto giocate».

Una valida spalla di Bindi nello staff tecnico sammarinese è stato il pitching coach Paolo Ceccaroli. Anche lui torna scudettato dopo 4 anni, quando era manager dei Pirati. «Un ruolo diverso ma è sempre uno scudetto. Il nostro compito è quello di far rendere al meglio i giocatori, ma sono loro i grandi protagonisti, sono loro che vanno in campo».

“Ciga” non ha gradito la formula del campionato 2021. «Le finali hanno mostrato un bello spettacolo, quello che invece è mancato per quasi tutta la stagione. Al nostro movimento servono molte più partite come San Marino-Bologna, è inconcepibile che noi quest’anno non abbiamo mai incontrato Parma».

C’era un po’ di rabbia dopo lo scudetto 2020 sfumato alla “bella”? «Rabbia no, perché non porta da nessuna parte. Abbiamo azzerato tutto, siamo ripartiti con grinta, determinazione e lucidità, siamo stati bravissimi a uscire nel modo migliore dalle pur poche situazioni difficili che si sono presentate».

Cosa ha detto nella “visita” a Tiago al quinto inning dopo i tre punti presi? «Poche parole, gli ho detto che stava andando benissimo, di continuare in quel modo, che non erano tre valide a poterlo preoccupare. Ho rivisto un grande pitcher che forse negli anni ha perso un po’ di velocità, ma come esperienza, capacità di stare sul monte e controllo della partita è il numero uno. Tiago è il vero lanciatore, perché lui non tira, lui lancia».

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