Barcolana, dal Moro a Riviera di Rimini, le vittorie da thriller

Lo spirito della Barcolana è quello di una festa ma i velisti e gli armatori romagnoli dal 1969 ad oggi non si sono limitati fare la crociera a Trieste. Nell’albo d’oro della regata più affollata del mondo tra i vincitori ci sono scafi che battono bandiera di yacht club come il Royal New Zealand Yacht Squadron (quello che detiene l’America’s Cup), vincitore nel 2006, nel 2007 e nel 2008. Lo Yacht Club de Monaco ha vinto di fila dal 2010 al 2015 ma aveva già raccolto un successo nel 1980. La coppa del primo assoluto è stata vinta anche dagli australiani, dagli sloveni e ovviamente anche da triestini e veneti. Ma nell’albo d’oro trova posto anche la Romagna. Il Moro di Venezia per esempio ha vinto per due volte col guidone del Circolo Velico Ravennate (1987-1989) e una volta con lo Yacht Club Italiano di Genova (1992). Il primo Moro era quella in legno costruito dai Cantieri Carlini di Rimini (progetto German Frers degli anni Settanta), lungo poco più di 20 metri, su indicazione di Raul Gardini. Nell’87 e nell’89 armatore Ferruzzi e skipper Tiziano Nava. La terza volta stesso armatore ma skipper era Tommaso Chieffi.

I ricordi di Tiziano Nava

«É passato tanto tempo e non posso ricordare benissimo, ma nell’87 abbiamo vinto sicuramente con vento probabilmente tra i 18 e i 25 nodi», spiega Tiziano Nava. «Il Moro aveva bisogno di vento! Ricordo che a bordo c’era anche Massimiliano Ferruzzi». E in effetti quell’anno soffiò il Levante e sollevò anche un po’ di onda. Grande euforia. Grande soddisfazione. Non ricorda con esattezza l’anno ma probabilmente era il 1989 quando il grinder Max Procopio vinse sul Moro la Barcolana. «Fu una regata difficile perché la bora cresceva e tutto l’equipaggio era giustamente messo “alla frusta” da Tiziano. Una grandissima soddisfazione che per me fu poi il preludio per entrare nell’equipaggio del Moro che vinse la Louis Vuitton Cup e disputò la Coppa America. Una vittoria che ti porti nel cuore!».

Chieffi: «Che gioia quella rimonta!»

Anche la vittoria del 1992 arrivò con tanto vento e ci fu un finale ad alta tensione. «Massimiliano mi aveva convocato all’ultimo momento. Partii in auto da Milano e arrivai alle due di notte a Trieste. Dormii solo cinque ore e al mattino mi svegliai con gli occhi rossi», ricorda Chieffi. «Era la prima volta che facevo la Barcolana e ci siamo ritrovati mura a dritta mentre tutta la flotta era mura a sinistra, praticamente un salmone contro corrente! É stato tutto molto difficile: siamo partiti in anticipo... così mentre gli altri andavano verso la prima boa noi siamo dovuti tornare indietro per ripassare dalla linea di partenza. Il vento era forte e avevamo attorno a noi delle barche molto meno veloci di noi, molto piccole. C’è stato qualche contatto. Per liberarci da quella situazione dissi di strambare andando a 90 gradi dalla rotta. Sembrava una regata compromessa ma la Bora continuò a salire e arrivò a 30 nodi. Di bolina la barca (direi al 99,9% che era il Moro 1, quello in legno) andava benissimo. Abbiamo recuperato e a pochi metri dal traguardo abbiamo superato la barca che era in testa (CIttà di Trani, ndr) che con quel forte vento era in difficoltà. Fu una grande gioia! Ho rifatto altre volte la Barcolana ma non l’ho più vinta». Per la cronaca, davanti a Ranieri e Alberto di Monaco, ospiti di Trieste in quei giorni, Chieffi vinse per soli 20 secondi...

Alan Hood: «Spezzammo l’egemonia di Gaia Legend»

[caption id="attachment_273477" align="alignnone" width="450"] Alan Hood, in primo piano durante una regata con Riviera di Rimini[/caption] «Alla prima boa eravamo ventesimi!», aggiunge Alan Hood, l’australiano di Romagna, il velista-velaio che da più di 30 anni ha trovato casa a Forlì. Alan era a bordo anche di Riviera di Rimini nel 1998, quando la barca del Circolo Velico Riminese arrivò davanti a tutti nella regata triestina. «Fu bellissimo», racconta mentre si prepara a uscire per una veleggiata in occasione dei 50 anni della barca Passatore, «perché Gaia Legend aveva vinto nei tre anni precedenti e Riviera di Rimini era un progetto molto simile che appena varato era riuscito a battere la barca slovena alla Rimini-Corfù-Rimini di due o tre minuti con un finale stile match race nelle ultime 40 miglia. Alla Barcolana del ’98 c’era poco vento e Gaia Legend era passata in testa sia alla prima boa sia alla boa di Miramare. Nell’ultimo lato sono entrati in una bolla d’aria e noi li abbiamo superati a un miglio dal traguardo. Tanta festa, ospiti a cena dal sindaco di Trieste e champagne per tutti!» [caption id="attachment_273484" align="alignnone" width="353"] Andrea Scarabelli oggi vive ai Caraibi[/caption] A bordo c’erano personaggi come Mauro Pelaschier (navigatore), Vasco Vascotto (tattico), Paolo Cian (timoniere). Il ravennate Stefano Raspadori era prodiere: «Sì, avevamo un supermega equipaggio ma abbiamo dovuto combattere molto. In quei tre anni si vinse tantissimo e l’entusiasmo era a mille».

La sconfitta dopo la protesta

Lo skipper era il bolognese Andrea Scarabelli che da molti anni vive ai Caraibi a Sint Maartin. Arrivò a Riviera di Rimini dopo aver fatto un Giro del Mondo e vinto una Sydney-Hobart, tanto per dire... Aveva il difficilissimo compito di tenere in piedi una squadra eterogenea e numerosa, in continua evoluzione. «Non ricordo molto della regata in sé ma ricordo la preparazione e tra una regata e l’altra c’era sempre poco tempo. Devo riconoscere che la cosa bella di Riviera di Rimini era quella di aver carta bianca. L’armatore Giorgio Benvenuti è stato sempre bravissimo nel sostenerci». L’anno dopo a bordo di Riviera non c’era più Vascotto che era su una barca avversaria, Tuttatrieste!. Riviera di Rimini arriva davanti a tutte le barche ma viene penalizzata per una protesta (accolta) su un diritto di precedenza. Tuttatrieste! A sua volta viene penalizzata e la vittoria va ad @adria.com del Circolo della Vela di Padova. La vicenda lasciò con l’amaro in bocca il team riminese. «Ero talmente smaronato», ammette Scarabelli, «che non mi interessava più nulla. Quel mondo dei triangoli che vive di queste cose non è mai stato il mio. Sono sempre stato più attratto dal mondo dell’off-shore». E infatti, dalla Rimini-Corfù-Rimini alla Middle Sea Race, alla Giraglia: in quegli anni lui e i suoi ragazzi si presero tante soddisfazioni.

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