«Errori e facili populismi hanno affossato la proposta di legge più vicina alle posizioni dei balneari riminesi». Sergio Pizzolante, ex parlamentare di centrodestra, torna sulle vicende legate alla Bolkestein e alla regolamentazione dei bandi per le concessioni demaniali, ricordando la normativa che, nel 2017 (Governo Gentiloni), insieme al parlamentare del Pd, Tiziano Arlotti, aveva elaborato con tanto di voto favorevole della Camera dei Deputati, e puntualizzando la questione sollevata dall’ex assessore regionale al turismo Maurizio Melucci, relativa alla prima bozza legislativa sulle concessioni datata 2011: «Con l’allora ministro Fitto – spiega – preparammo una proposta di gare pubbliche. Poi però le proteste degli operatori, soprattutto dei comitati toscani e liguri, e della Confcommercio, raffreddò l’iter fino a congelarlo».
Svantaggio per gli operatori
«Invece – continua – la bozza del 2017 fu bloccata nel suo passaggio in Senato dalla fine della legislatura. Poi – rilancia Pizzolante – l’avvento del Governo gialloverde (M5S-Lega, ndr) ne sancì il definitivo affossamento. E se ancora oggi siamo al punto zero, la causa è stata l’introduzione, da parte di quella maggioranza, di una proroga trentennale che ha determinato, e non poteva essere altrimenti, tutta quella serie di sentenze sfavorevoli emesse dal Consiglio di Stato. A svantaggio naturalmente degli operatori di spiaggia». Il perché è presto spiegato. Sottolinea, infatti, l’ex parlamentare: «Al contrario di quello che sta accadendo oggi, con un Esecutivo immobile che non sa come intervenire, la proposta di legge che io e il collega Arlotti redigemmo, oltre a fissare un breve periodo di transizione per consentire ai Comuni di bandire evidenze pubbliche chiare, conteneva passaggi importanti per l’intera categoria. Caratterizzati da tre punti normativi fermi: il riconoscimento del valore commerciale dell’impresa, il riconoscimento della professionalità dell’imprenditore e il riconoscimento degli investimenti effettuati. Passaggi fondamentali che oggi sono spariti dal dibattito politico».
La proroga sbagliata
Di chi le colpe? Secondo Pizzolante «di quei populismi rappresentati da certe forze politiche come Lega e Fratelli d’Italia, contrarie alle direttive europee, e presenti perfino in alcuni esponenti di Forza Italia». E, a conferma della sua tesi, Pizzolante cita un passaggio parlamentare che vide protagonista l’allora parlamentare forzista, Maurizio Gasparri. Ricorda il deputato riminese: «Uno dei tanti errori fu la proroga concessioni, dal 2015 al 2020, approvata in Senato su iniziativa di Gasparri, e non concordata con l’Unione europea, come invece lo fu quella del 2010-2015, propedeutica ad una legge sulla regolamentazione delle concessioni demaniali, che fungeva da apripista all’abrogazione, anche in Italia, della norma sul rinnovo automatico delle concessioni».