Bandi spiagge, Corsini: “Melucci sbaglia, niente lobby”

«Una ricostruzione fantasiosa, smentita dai fatti». L’assessore regionale al turismo Andrea Corsini non ci sta. E replica deciso dopo le critiche lanciate dall’ex assessore regionale Maurizio Melucci (Giunta Errani, 2010-2014), contro «una politica troppo vicina alla potente lobby dei balneari», contro la Giunta Bonaccini «allineata con gli attuali concessionari», e in difesa dell’unica amministrazione coerente, «quella del presidente Errani», verso la proposta di legge delle evidenze pubbliche da farsi già nel 2011 «che riconosceva il valore commerciale dell’azienda, la professionalità dell’imprenditore, e l’interesse collettivo rappresentato dai servizi di salvamento e di pulizia spiaggia».

Corsini, sulla vicenda Bolkestein, Melucci considera lei e il presidente Stefano Bonaccini troppo allineati in difesa della categoria dei balneari, come risponde?

«Vorrei prima chiarire una cosa: non intendo polemizzare con nessuno, tanto meno con Melucci che stimo come amministratore e politico. Però non posso non esimermi dal dire che quello che sostiene l’ex assessore non è esatto».

In che senso?

«Nel senso che quanto da lui dichiarato è smentito dalla realtà. E mi spiego. Un paio di anni fa la Regione ha sottoscritto un documento, approvato dalla Conferenza delle Regioni, col sì in commissione turismo di tutti gli assessori regionali e girato poi all’allora Governo, che proponeva, d’intesa coi Comuni e con le associazioni di categoria dei balneari e nel rispetto delle prerogative della direttiva Bolkestein, bandi di gara regolamentati da regole chiare e trasparenti».

Potrebbe indicarci alcune di queste regole?

«Due in particolare, che credo siano in linea con quanto sostenuto dallo stesso Melucci, a tutela del valore dell’impresa balneare. Ovvero quella del riconoscimento dell’importanza, come qualità premiale nelle evidenze pubbliche, della professionalità acquisita negli anni dall’imprenditore. E quella del livello di investimento fatto nello stabilimento balneare. Per cui, più è alta la professionalità e più corposo l’investimento fatto, maggiori dovrebbero essere i punti riconosciuti in bando».

Melucci se l’è presa anche con una politica miope che in questi anni “ha sostenuto i privilegi di una lobby di potere come quella dei concessionari di spiaggia”: come politico che ne pensa?

«Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda la Regione, nessuno ha mai fatto o lavora a favore degli interessi particolari di qualcuno. Ma si è sempre lavorato in difesa del bene comune e degli interessi collettivi»

E’ d’accordo sul fatto che siano state definite lobby riferite ai balneari?

«Per me non esistono lobby, ma organizzazioni di imprese che si associano in difesa dei propri interessi. Così come i sindacati che si battono per proteggere o accrescere i diritti dei lavoratori che rappresentano. In questo caso non ci vedo alcuna accezione negativa nel termine lobby. Poi sta alla politica valorizzare il bene comune, come appunto nel caso di specie, quello rappresentato dal comparto spiaggia».

Assessore, il Consiglio di Stato ha bocciato anche la proroga al 31 dicembre 2024 inserita dal Governo Meloni nel “Mille proroghe”, che succede adesso?

«Succede che si è perso troppo tempo e che il 31 dicembre è alle porte. Nonostante questo, dal Governo non sono arrivate e non sembrano arrivare nemmeno a breve direttive chiare sulle modalità di svolgimento delle evidenze pubbliche. Nessun decreto attuativo è stato emanato. E i Comuni si trovano in evidente e forte difficoltà».

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