Bancarotta, la stilista Paola Frani rischia il processo

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Dalle sfilate di moda alle aule giudiziarie. La stilista romagnola Paola Frani, titolare all’epoca dei fatti dell’omonimo e prestigioso marchio e dell’azienda con sede a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) rischia di essere processata. La procura di Forlì ipotizza la bancarotta e ha chiesto il rinvio a giudizio sia per lei sia per altre dodici persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta (tra i quali lo storico socio ravennate Davide Fusaroli) affidata agli investigatori della Guardia di finanza, con il coordinamento del sostituto procuratore Federica Messina. Si tratta dei soci principali, ma anche dei sindaci revisori dell’azienda in carica tra il 21 maggio 2004 e il 18 dicembre 2013, cioè in data antecedente alla dichiarazione di fallimento, da parte del Tribunale di Rimini, che risale al 13 novembre 2014. L’udienza preliminare è slittata al 5 novembre prossimo, dopo che un difetto di notifica ne ha impedito un primo svolgimento già previsto nei giorni scorsi. Bisognerà attendere almeno l’autunno, quindi, per la decisione del Gup del tribunale di Forlì riguardo all’eventualità di mandare a processo o prosciogliere la stilista cinquantanovenne, nata a Cesena e residente a Santarcangelo di Romagna, e gli altri imputati. Tutti respingono gli addebiti, ma non è escluso che alcuni di loro possano invece orientarsi verso riti alternativi, compresi dei patteggiamenti per chiudere al più presto la vicenda. Come parte offese è state individuata la curatela fallimentare. Assistita dagli avvocati Luca Greco e Giovanni Cedrini, potrebbe costituirsi parte civile. Difensori degl

Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Forlì erano partite proprio dalle presunte anomalie evidenziate relazioni dei curatori.

Secondo l’accusa i principali imputati, secondo quanto recita il capo di imputazione, «allo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori», avrebbero posto in essere condotte «costituenti fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione». Somme di denaro calcolate sulla base di merci vendute sottocosto, con sconti fino all’ottantacinque per cento, Nel mirino anche i rimborsi spese ritenuti non giustificati, per più di mezzo milione di euro in favore dei soci principali dell’azienda.

L’avventura creativa della stilista romagnola, in atesa di superare i contrattempi giudiziari, continua. Diplomata al liceo artistico di Ravenna e specializzata al Centro professionale per progettista d’abbigliamento a Modena, a partire da un laboratorio artigianale fondò l’importante azienda con sede a San Mauro, travolta dalla crisi che ha colpito il settore.

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