Bagni neutri e tampon box all'università di Cesena

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Bagni neutrali e tampon box hanno invaso la Facoltà di Psicologia di Cesena. A realizzare la particolare iniziativa, che vuole porre l’attenzione sul tema del binarismo sessuale e di offrire assorbenti igienici gratuiti a chiunque ne abbia bisogno, è stato il collettivo femminista “Le orme di Lilith”, nato lo scorso ottobre. L’installazione delle tampon box, in cui poter prendere assorbenti igienici oppure lasciarne per chi ne ha bisogno, e dei cartelli per i bagni neutrali è avvenuta ieri. Ma dietro Ci sono settimane di preparazione da parte delle ragazze del collettivo. Con tanto di preventiva indagine demoscopica fra gli studenti e le studentesse del Dipartimento per sondare quanto fossero d’accordo con la proposta. Così le ragazze de “Le orme di Lilith” sono andate classe per classe con un questionario sulla loro iniziativa, ottenendo ben 357 risposte da altrettante persone. «La nostra iniziativa prevede bagni a disposizione di chiunque, con la sola differenza che ogni persona è libera di entrare senza dover rispettare la distinzione uomo-donna - spiega Beatrice Ciarrocchi, del collettivo - Sempre con l’idea di rendere i bagni luoghi più inclusivi, sono state posizionate tampon box che garantiscano assorbenti gratuiti a chiunque ne abbia bisogno. L’88% delle studentesse e degli studenti si sono espressi favorevolmente all’introduzione dei bagni neutri e il 99,4% è favorevole all’introduzione delle tampon box. Ben 140 persone hanno motivato le loro risposte per i bagni e 115 per le tampon box. Il 75,5% sostiene di essere interessato o interessata all’argomento e di volerne sapere di più a riguardo e il 90,4% pensa che sia necessario che l’università apra spazi e momenti di confronto con gli studenti e le studentesse su queste tematiche. In generale, possiamo quindi dire di aver trovato un riscontro molto positivo da parte degli studenti, che si sono mostrati in ogni caso molto interessati e entusiasti di prendere parte attiva dentro l’università, trovando uno spazio in cui poter aprire un confronto e dialogare. Ci è però allo stesso tempo capitato di confrontarci con una professoressa che ha urlato al politicamente corretto, all’eccessivo e con il benaltrismo più becero ha detto che i problemi sono altri e che “adesso si sta proprio esagerando”. Ma questo non fa altro che darci ancora più carica e energia per continuare». L’idea alla base dell’iniziativa dei bagni neutri, in inglese definiti “gender neutral”, è il voler offrire spazi all'interno dell’università, dove le persone possano sentirsi protette per quelle che sono. Invece, dietro le tampon box c’è anche la forte critica al fatto che in Italia tamponi ed assorbenti, beni di prima necessità per tutte le persone che hanno il ciclo mestruale, hanno un costo considerevole a causa di una tassazione alta che i mette fra i beni di non prima necessità. «I dati del nostro campione parlano chiaro: la popolazione studentesca in questione è sensibilizzata sui temi ed ha voglia di discuterne e ritiene fondamentale che l’università si apra a questi cambiamenti - continua Ciarrocchi - Tampon box e bagni neutri devono essere solo l’inizio. Cogliamo la riflessione per ribadire che manca da parte dell’università una reale e sincera apertura agli studenti ed alle studentesse e alle loro esigenze, a spazi di riflessione non solo su materia curriculare ma anche su tutto ciò che concerne la realtà sociale in cui l’università è immersa. Questo perché manca una visione di crescita che non sia solo apprendimento e rendimento, ma maturazione di una consapevolezza di sé a livello individuale e sociale».

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