Bagnacavallo, il sindaco Giacomoni: “Io, ex scout innamorato del rugby e del rispetto delle regole”

Sindaco, ci dica subito pregi e difetti che le arrivano all’orecchio quando scende in piazza?

«Il più evidente è la mia mancanza di puntualità, ma sto migliorando, anche se non tutti condividono questa affermazione. Inoltre, come direbbe Cevoli, ho una certa “ignorantezza romagnola”, quella testardaggine che consiste nell’ignorare i limiti (cit. Mercadini) ma che mi consente anche, ogni tanto, di portare a casa qualche vittoria».

E invece quelli che si sente dire da dipendenti e addetti ai lavori quando risale in Municipio?

«Oltre a criticare la mancanza di puntualità, mi ritengono piuttosto ostinato e propenso ad affrontare i problemi in maniera diretta e non sempre diplomatica. Per fortuna in giunta e negli uffici ho validi collaboratori che mi aiutano e sopperiscono alle mie mancanze».

Adesso risponda senza consultarsi nella chat segreta con gli altri primi cittadini di centrosinistra dalla quale è escluso il “non allineato” Mattia Galli di Bagnara; con quale degli altri otto sindaci nell’Unione va più d’accordo?

«Sinceramente vado d’accordo con tutti, siamo una bella squadra. La cosa che apprezzo di più è che ci confrontiamo apertamente su problemi e opportunità cercando di trovare soluzioni. Altra cosa che apprezzo è che riusciamo a fare sintesi delle diverse posizioni, che inevitabilmente ci sono, senza per forza trovare terreno di scontro. Se devo indicare un sindaco in particolare direi Riccardo Graziani di Alfonsine, perchè essendo al secondo mandato è per me un punto di riferimento».

Lei si chiama Matteo, sua moglie fa l’insegnante ed è stato un intrepido boy-scout; cos’altro ha in comune con Renzi?

«Spero non l’egocentrismo, che comunque non mi manca. Mi piacerebbe dire la sua oratoria, ma anche in questo caso gioco in un altro campionato. Ci accomunano la passione per la politica e la voglia di mettersi al servizio della comunità. Certamente l’ambizione di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato».

In pochi sanno che lei per metà della sua vita ha lavorato come progettista e disegnatore nelle più prestigiose scuderie di Formula 1 come Minardi, Ferrari, Red Bull e Toro Rosso, contribuendo a portare quei bolidi alle massime velocità; come fa dunque a sopportare l’autovelox sulla San Vitale e la lentezza della macchina burocratica?

«Sono appassionato di motori e velocità, ma faccio parte di una generazione che ha imparato a sue spese la necessità di viaggiare in sicurezza per la strada. Ho perso troppi amici per criticare un autovelox o qualunque limitazione alla velocità. Per la macchina burocratica sono più insofferente, lo sanno i miei collaboratori che spesso si trovano a sopportare qualche mia intemperanza sull’argomento».

Una domanda di pura attualità: se le dico “a Bagnacavallo prima o poi si rischia di finire dietro le sbarre”, lei pensa alla recente escalation di risse e microcriminalità o a tutti quelli incolonnati per colpa del tanto odiato passaggio a livello?

«Ovviamente alla seconda: tutti i bagnacavallesi finiscono in coda al passaggio a livello. Sulla microcriminalità sono abbastanza vecchio da ricordare che cose simili sono sempre successe. La novità che oggi mi preoccupa è l’età dei ragazzi coinvolti nei reati e la frequente latitanza delle famiglie, perciò il nostro compito è quello di favorire una maggiore sinergia tra servizi sociali e politiche giovanili».

Nonostante la stazza ce l’abbia, la sua indole sembra molto pacata; come fa quindi a piacerle così tanto il rugby?

«Mi piace vedere le partite ma soprattutto amo la filosofia e il fair play che c’è dietro a questo sport. Massimo impegno in campo, scontro fisico e confronto aspro, ma correttezza massima sia dentro che fuori dal campo. Rispetto dell’arbitro e delle regole e soprattutto finita la partita ci si stringe la mano e si fa il terzo tempo, si chiude la disputa e si festeggia insieme».

Torni alla sua gioventù; con le ultime 200 lire da spendere al bar sceglierebbe una partita con un videogame o un disco del juke-box?

«Direi un disco: un brano più vivace come “Basket case” dei Green Day oppure più evocativo come “Oltre il ponte” nella versione dei Modena City Ramblers».

Non le chiediamo dove andrà in vacanza, però faccia finta di poter volare all’estero; di quale città nel mondo vorrebbe essere il sindaco?

«Le mie ambizioni si fermano a Bagnacavallo: per fare il sindaco bisogna amare la città che si vuole amministrare. Le altre città le visito volentieri da privato cittadino, possibilmente con la famiglia».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui