Baccini in concerto a Piangipane: l'intervista

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Piano e voce è la semplice e diretta modalità che il cantautore genovese Francesco Baccini ha scelto per celebrare trent’anni di carriera, durante la quale ha portato molti suoi brani in classifica, scritto successi per altri, e duettato con Sergio Caputo, e con i Ladri di Biciclette nella hit “Sotto questo sole”. Il teatro Socjale di Piangipane ospiterà venerdì 21 gennaio alle 21.30 una data del suo tour.

Baccini, che momento sta vivendo artisticamente, vista la difficoltà del periodo?

«Faccio un sacco di concerti, in trio o da solo piano e voce; i più penalizzati sono i grandi eventi, oppure chi fa generi che necessitano di grande amplificazione, come l’heavy metal, ma io ho la fortuna di funzionare benissimo anche acustico. Davvero non mi posso lamentare del 2021, mentre l’anno precedente è stato tragico, artisticamente, perché era tutto fermo».

È più facile suonare il luoghi piccoli in questo momento?

«In inverno sì, ma la scorsa estate ho fatto anche arene da cinquemila persone; comunque io mi diverto sempre. Fare concerti per me è fantastico, a differenza di altri artisti che sono più da sala d’incisione: ad esempio De André (con cui Baccini ha lavorato e scritto “Genova blues”, ndr) odiava salire sul palco. Per lui era una tortura, e si faceva una bottiglia di whisky ogni volta che doveva farlo; pensate che fece il suo primo concerto vent’anni dopo aver inciso il primo disco».

Veniamo al suo tour attuale.

«Sto facendo, a causa di quel che dicevo prima, il tour del mio trentennale di attività con due anni di ritardo. Ho voluto farlo solo piano e voce, senza basi o altre diavolerie, perché la tecnologia va bene per altre cose, non per la musica dal vivo. Ho fatto un tour in Cina in questo modo, e se lo fai in Cina puoi farlo anche su Marte».

La capivano, i cinesi?

«Non credo, ma ascoltavano la voce e la melodia, che è poi quel che facciamo noi con la musica anglosassone. Una cosa in cinese però l’ho fatta: un video con gli auguri per il Capodanno cinese 2012. Mi presentarono un cantante molto famoso: lo chiamavano il Bob Dylan cinese, ed è quello che ha portato il rock in Cina. Ha scritto la colonna sonora del film su Tien An Men, e ha duettato con Rolling Stones e U2, tanto per dire. Quando venne in Italia cantammo insieme un mio brano, io in italiano e lui in cinese, ed il video finì su Youtube, diventando molto visto in Cina, così finii a fare un tour là».

Essendo il tour del trentennale immagino che siano in scaletta tutti i suoi successi, ma c’è anche qualche novità?

«Certo, ma soprattutto la scaletta è diversa ogni sera, e il pubblico può anche contribuire chiedendo brani. Non avendo la band è molto più semplice improvvisare: diciamo che io sono la miglior band che posso avere. Se si vuol conoscere veramente un artista bisogna vederlo dal vivo, non certo in televisione, dove la musica non funziona o non fa ascolti».

A questo proposito, non le hanno mai proposto di partecipare ad un reality?

«No per carità! Ho fatto “Music farm” nel 2005 e fu un disastro; io non ci devo andare a fare quelle cose lì, non sono capace. Ogni anno mi arriva qualche proposta per “Grande fratello vip” o “L’isola dei famosi” o altre robe così, ma rifiuto. L’anno scorso però sono stato tirato dentro da Maria Teresa Ruta, che si era inventata una storia con me e sono dovuto andare a smentire: è stato ridicolo, con me che sembravo ebete; non ci sono proprio tagliato».

E di fare il giudice o il coach in un talent?

«Ma quale coach! Io sono un artista, non uno che vuole insegnare agli altri; ne ho già abbastanza delle mie di cose. Col carattere che ho poveri alunni! Io sono severissimo, prima di tutto con me stesso, poi con gli altri. Ho studiato musica otto anni al Conservatorio, e non posso tollerare l’ignoranza dei giovani di oggi; non è colpa loro, ma del fatto che la musica non è più centrale nel mondo attuale».

Cosa le riserva il 2022?

«Per il momento cinema. È uscito sulla piattaforma Chili, e presto sarà anche su Amazon Prime, “Credo in un solo padre”, film con la mia colonna sonora e in cui mi diverto anche a fare l’attore, come ho già fatto altre volte in passato. È già uscito in trentasei paesi del mondo, ma gli italiani lo potranno vedere solo tra un po’; è l’ultimo film in cui ha recitato il grande attore Flavio Bucci prima di morire. Per la prima volta ho scritto un’intera colonna sonora di un film, che uscirà anche come disco strumentale dal titolo “Baccini project”. Da vecchio voglio fare solo colonne sonore, perché delle canzoni, nonostante ne abbia tante già pronte, mi sono stancato, a causa delle nuove modalità di distribuzione della musica. Nel 2022 uscirà, sempre sulle piattaforme streaming, un film documentario su Luigi Tenco (cui Baccini ha dedicato un album con cui ha vinto la sua seconda Targa Tenco nel 2012, ndr) che ho girato durante il lockdown, e un film “spaghetti western” del giovane regista Emiliano Ferreri, in cui recito nella parte del protagonista cattivo e faccio la colonna sonora». Biglietti a 22 euro www.teatrosocjale.it

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