Avvocato riminese fa causa alla Cina «Risponderà della pandemia»

Rimini

«Le autorità cinesi non hanno saputo contenere un’epidemia che era inizialmente ben circoscritta territorialmente, favorendone anzi l’“esportazione”, così di fatto impedendo al resto del mondo, in particolar modo al nostro Paese, di preparare e adottare per tempo le contromisure minime e necessarie per evitare la diffusione del virus».
Gli avvocati Paolo Righi del Foro di Rimini e Davide Contini del Foro di Milano (studio legale Grimaldi) firmeranno e depositeranno domani mattina presso la procura della Repubblica di Rimini una denuncia penale in ordine ai reati di epidemia, omicidio colposo e lesioni colpose nei confronti delle autorità amministrative e politiche della Repubblica popolare cinese.
L'accusa al governo cinese è di non aver agito tempestivamente per evitare una crisi sanitaria che a livello globale ha avuto conseguenze sanitarie pesantissime per tutti e continua ad averne anche dal punto di vista economico, con decine di milioni di disoccupati e gli indicatori dei vari stati nazionali in caduta libera, a cominciare dal Pil italiano.
Parallelamente all’iniziativa giudiziaria i legali lanceranno una petizione popolare via internet sulla piattaforma change.org per ottenere il massimo sostegno popolare, anche fuori dai confini nazionali per una «storica battaglia contro l’immunità di cui godono i potenti».
Le accuse
«Il governo cinese - spiegano i legali - conosceva l'esistenza dell’allora epidemia a novembre o forse prima, e ha atteso metà gennaio per dare i primi segnali di preoccupazione all'esterno, negando la sussistenza di un pericolo globale ed impedendo al Oms di svolgere le indagini necessarie ad identificare e limitare il contagio».
«Non si può rimanere inerti di fronte alla gravità dei danni che il nostro Paese ha sofferto e sta soffrendo - puntualizza l’avvocato Righi -, sia per le migliaia di morti, sia per la grave crisi economica che sta affliggendo il Paese. Stupisce che, a fronte di un disastro epocale, si sia parlato poco o niente delle responsabilità penali delle autorità cinesi».
C’è chi ha paventato la possibile esistenza di una responsabilità civile per i danni causati agli operatori economici, ma nessuno finora ha invocato l’intervento delle autorità italiane per identificare i responsabili della catastrofe e fare giustizia.
«Come avvocati ci siamo domandati che cosa avremmo potuto fare per aiutare il nostro Paese nella ricerca della verità, questo è il primo passo». L’iniziativa sarà presentata nel corso di un incontro con la stampa previsto per domani, giovedì 18 giugno, alle 12. «È una battaglia, che trova le sue ragioni nella Costituzione, contro l’immunità dei potenti».

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