Avvocato falsifica la firma di un cliente e incassa il risarcimento

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Avrebbe falsificato la firma del cliente su un assegno ricevuto dall’assicurazione come risarcimento di un incidente stradale per poi depositare la somma sul proprio contro corrente. Con l’accusa di infedele patrocinio un avvocato riminese di sessantacinque anni è stato condannato alla pena, sospesa, di un anno e due mesi di reclusione.

Il giudice onorario del Tribunale di Rimini Antonio Pelusi ha inoltre sancito l’intervenuta prescrizione per gli altri reati dei quali il professionista era chiamato a rispondere: appropriazione indebita e falso. Per cercare di riavere la somma di sua spettanza il cliente, assistito dall’avvocato Aldo Pancini, potrà rivolgersi al giudice civile. Si trattava di 9700 euro. La parte offesa venne a sapere che l’assicurazione aveva risarcito il danno solo dopo il processo di appello, ma dall’avvocato che lo aveva assistito non ebbe spiegazioni convincenti.

L’imputato, che è stato difeso dall’avvocato Piero Ippoliti, ha sempre negato le accuse. Il dibattimento aveva il compito di chiarire il sospetto che fosse stato il legale sessantacinquenne a falsificare la firma del proprio cliente. La decisione è stata presa sulla base di una perizia calligrafica disposta dal giudice Pelusi nel corso del procedimento dopo che i consulenti della procura e della difesa erano arrivati a conclusioni opposte.

Il legale condannato ieri era già finito nei guai in passato per le accuse di truffa aggravata e infedele patrocinio. Secondo l’accusa - e una sentenza di primo grado - si sarebbe appropriato ingiustamente della somma complessiva di 190mila euro, versata da una compagnia assicurativa e destinata ai genitori di un ragazzo morto in un incidente stradale nel 1999. L’avvocato in quel caso avrebbe riprodotto le firme dei suoi clienti sulla quietanza per gli eredi (ma nel frattempo il reato di falso era stato depenalizzato) allo scopo di indurre in errore l’assicurazione che aveva finito per accreditare la somma dovuta per il risarcimento danni direttamente sul conto corrente personale dell’avvocato.

Per la vicenda il legale, anche in quella circostanza difeso dall’avvocato Piero Ippoliti, è stato condannato un anno in primo grado, ma la sentenza non è ancora diventata definitiva. Anche sulla nuova accusa si allunga l’ombra della prescrizione.

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